immagine con Headline: Viaggio interiore dell'Islam: il sufismo, dalla forma all'essenza
SPIRITUALITA'

Viaggio interiore dell’Islam: dalla forma all’essenza.

Viaggio interiore dell’Islam, il Sufismo  è una via posta da Dio nel cuore dell’Islam allo scopo di offrire attraverso i secoli la possibilità di una realizzazione spirituale agli uomini. Che sono alla ricerca di elevazione; è il cammino dell’Islam che conduce dall’esteriore all’interiore, dalla molteplicità all’unità. Dalla forma all’essenza; scuote l’uomo da quel torpore definito come “vita normale” facendogli ricordare che è egli realmente.

I Sufi sono coloro che più di ogni altro si impegnano a far riaffiorare nella consapevolezza il ricordo del Patto primordiale che l’umanità ha stipulato con Dio ancor prima della creazione del mondo”.  Quando il tuo Signore trasse una progenie dalle reni dei figli di Adamo e li fece testimoniare su se stessi. Non sono Io il vostro Signore”, disse ed essi risposero: “Sì! L’attestiamo”.

(Cor., 7:172).

Il Sufismo è nato in un’atmosfera profondamente impregnata dal Corano e all’appello del testo sacro i Sufi hanno reagito in modo speciale. Conformemente alle loro più intime aspirazioni. Essi scorgono nel Libro Sacro i regni della Signoria divina, le informazioni sulla resurrezione e la Vita futura. Al di là della lettera, intuiscono l’Eternità e l’Assoluto; hanno costruito con le sue parole il loro linguaggio. E con esso hanno composto le loro poesie e preghiere.

Il Corano è anche chiamato al-Furqàn: “ il Discernimento” perché permetti di distinguere tra i vari ordini di realtà quello più elevato. E tra i significati della Rivelazione quello più profondo. Uno dei versetti del Corano che è molto amato dal Sufismo per la sua straordinaria eloquenza e per la sua bellezza è il versetto della “ricerca del ritorno”. Che recita: “In verità a Dio apparteniamo e a Lui ritorneremo”. Alcuni affermano che tutto il Sufismo è raccolto in questo versetto e che se, in senso generale, esso sancisce il possesso divino sugli esseri e l’ineluttabilità del Suo decreto, in senso particolare. Che solamente i Sufi colgono, esso indica la consacrazione a Dio in maniera totale ed esclusiva, che è la loro caratteristica e che non appartiene nello stesso modo a nessun altro dei membri della comunità musulmana.

(Viaggio interiore dell’Islam: il Sufismo, dalla forma all’essenza).

VIANDANTI SUL CAMMINO TRACCIATO DA DIO.

I Sufi sono niente altro che dei viandanti sul cammino tracciato da Dio stesso, che è la Via attraverso la quale si manifesta la Sua Misericordia. “Guidaci per la retta via, la vita di coloro sui quali hai effuso la Tua grazia, non di quelli con i quali sei adirato. Non di quelli che vagano nell’errore”. Questa frase è di gran lunga la più recitata da tutti i musulmani perché fa parte delle preghiere rituali quotidiane. Ed è la supplica con la quale tutti i credenti invocano la salvezza per il mondo a venire.

Ma per i Sufi in particolare essa indica la Via più diretta, quella che conduce alla Presenza di Dio, che essi intendono percorrere mossi…. solamente dal desiderio per il Volto di Dio…

Il ritorno a Dio attraverso questa strada non sarà facile, costerà caro a chi lo intraprende in termini di sforzi e difficoltà. Esso piuttosto rassomiglierà ad una guerra che opporrà da un lato la determinazione del viandante sul cammino tracciato da Dio, ed il suo slancio verso il divino. Dall’altro la sua natura passionale e le inclinazioni della sua stessa anima.

I Sufi sanno bene cosa significa scontrarsi costantemente con le propria realtà inferiore. E sanno che significa dichiarare guerra al nemico della propria anima affinché possa diventare tutta di Dio. Si tratta di un combattimento accanito contro un nemico astuto che non concede distrazioni e che si rivela ad ogni passo sempre più agguerrito. In primo luogo questo nemico è rintracciabile proprio nella nostra propria personalità, l’ego umano che soccombe alle passioni della materia.

(Viaggio interiore dell’Islam: il Sufismo, dalla forma all’essenza).

I TRANELLI E AGGUATI DEL NEMICO.

Nessun uomo riuscirebbe a procedere da solo su questa via perchè le difficoltà del cammino sono innumerevoli. E i tranelli e agguati del nemico sono ben dissimulati. Senza l’aiuto della Sollecitudine divina l’uomo sarebbe perduto. E non sarebbe in grado di trovare da solo la strada che conduce alla Verità. Ecco che allora Dio si fa incontro ai suoi servi eletti e li conduce lungo le asperità del cammino favorendoli nel suo compito. Dice il Profeta Maometto, che riporta le parole di Dio stesso in una delle tradizioni sante.

“ … A chi si avvicina a Me di una spanna Io Mi avvicinerò a lui della lunghezza di due braccia distese. E se egli viene da Me camminando Io Mi farò incontro a lui correndo”.

Mano a mano che il servo fedele si avvicina, il Gradimento di Dio aumenta ed egli gli concede immancabilmente la Sua Grazia ed il Suo Favore. Dice infatti una delle più famose delle tradizioni sante: “ Non cesserà il Mio servo di approssimarsi a Me con opere super erogatorie senza che Io lo ami. E quando lo avrò amato sarò l’udito con cui ode, la vista con cui vede, la mano con cui afferra il piede e cammina. Se Mi domanderà gli concederò; e se si rifugerà presso di Me, gli concederò rifugio”. In queste parole sacre è chiaro che il senso dell’avvicinarsi a Dio richiede al pellegrino la perdita progressiva della sua identità (Ego personalità) soggettiva.

In favore di una consapevolezza infinitamente più elevata. Da ego personalità a ego spirito, da vita esteriore a vita interiore, da forma a essenza. Quindi solo se il suo ego ribelle sarà trasformato totalmente dalla Realtà Divina, solo allora Dio concederà al pellegrino di portare a termine il suo viaggio. Ed egli sarà infine accolto tra i Suoi servi eletti.

Coloro che saranno giunti al termine del loro viaggio e che avranno superato le prove e le tappe della Via sono, nella terminologia del Corano, i “ravvicinati”. Coloro che godranno eternamente nei giardini di delizia della presenza di Dio e che avranno in premio. Secondo quanto descrive una delle tradizioni sante: “Ciò che occhio umano non ha mai visto, né orecchio ha mai ascoltato, né cuore umano ha mai immaginato”.

( Viaggio interiore dell’Islam: il Sufismo, dalla forma all’essenza)

IL MODELLO DI CONDOTTA PERFETTO.

Il modello di condotta del cammino spirituale che i musulmani, e i Sufi in particolare, adottano è la figura del Profeta Maometto. Tutti i musulmani seguono il suo esempio cercando di conformare la propria esistenza alla sua in ogni minimo dettaglio. Sia per quanto riguarda la vita religiosa e l’osservazione dei riti, sia per la vita quotidiana. Il profeta dell’Islam fu sacerdote, monarca, uomo di legge, marito, orfano, vedovo, padre, esule, soldato, commerciante. E per ogni differente aspetto della vita il modello di condotta rappresenta per i credenti l’esempio ad un tempo etico e pragmatico perfetto.

Voi avete nel Messaggero di Dio un bell’esempio, per colui che spera in Dio e nell’ultimo giorno e invoca frequentemente Dio”. (Cor., 33:21). La massima aspirazione dei Sufi è di essere suoi “seguaci” in tutto e per tutto e di poterlo imitare in ogni aspetto della sua condotta. Nelle pratiche super-erogatorie, nelle veglie notturne di preghiera, nei digiuni, nell’ascesi e nell’isolamento spirituale. Culminato – nel caso del Profeta- sul monte con l’apparizione dell’Angelo e la rivelazione dei primi versetti del Corano.

L’ascensione del Profeta Maometto è il modello di condotta perfetto dei prototipi della via sufi. Egli lo ha lasciato in dono a tutti gli uomini, ma è un’eredità che hanno raccolto solo i  più perfetti della sua comunità in ogni epoca.

Nella via del Sufismo la prima fase del tragitto spirituale è in se stessi. E consiste nella riconquista del proprio centro interiore, quel centro perduto e dimenticato quando l’uomo fu ridotto esule ed estraneo a se stesso.

(Viaggio interiore dell’Islam: il Sufismo dalla forma all’essenza).

LA MIGLIORE DELLE FORME.

La reintegrazione alla stadio primordiale , la condizione che il Corano descrive come la migliore delle forme in cui Dio ha creato l’uomo. È la premessa indispensabile per la seconda fase verticale del viaggio, che nel modello profetico è l’ascesa dei sette cieli (Biotesi il mondo spirituale e le sue dimensioni) fino al limite del mondo creato. E che nella Via dei sufi corrisponde all’attraversamento delle stazioni che precedono l’arrivo alla Presenza Divina.

La conquista del cuore è la fase preliminare dell’ascesa, esso è l’organo”centrale” della conoscenza e il piano di riflessione delle luci celesti. E’ lo specchio che riflette la Realtà degli Attributi Divini. La Bellezza di Dio, la Sua Luce, la Sua Immortalità, la Sua Compassione.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *