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Seguendo la Stella: il cammino dei Re Magi verso Dio.

Il racconto della nascita di Gesù, secondo Matteo. Pagina viva del Vangelo che rivela la destinazione universale di quella salvezza promessa dai Profeti di Israele. Seguendo la Stella, il cammino dei Re Magi verso Dio, il Bambino della Grotta, costoro giunti da Oriente, primizia dei popoli pagani.

Matteo presenta a ogni uomo di ogni luogo e tempo, la possibilità dell’incontro personale con l’Emanuele. Nella trama del racconto svela le modalità con le quali, oggi come allora, è possibile raggiungere la pienezza della gioia. Nei passi compiuti e negli ostacoli attraversati, l’Evangelista ci consegna la mappa preziosa che porta dalla regione delle tenebre al regno della Luce.

“Quando leggo la Divina Scrittura, Dio torna a passeggiare in Paradiso”, insegna Ambrogio. Quando leggiamo la storia dei Re Magi , torna ad accendersi quella stella che illumina nelle notti la strada di Betlemme. Contemplando il cammino dei Re Magi verso Dio si riaffaccia nel cuore quel grande desiderio che riunisce verso una meta comune.

( Seguendo la Stella: il cammino dei Re Magi verso Dio).

VERSO IL SOLE CHE SORGE.

In comunione con le ininterrotte generazioni di pellegrini, ci uniamo anche noi, nell’approssimarsi dell’inverno, alla carovana dei credenti verso il Sole che sorge. Primo e unico dato certo del viaggio intrapreso dai Magi è la sua meta finale. La stalla precede e accende la Stella che li condurrà alla grotta:. “Nato Gesù a Betlemme di Giudea”. (Mt. 2,1). Così inizia il racconto di Matteo: la nascita di Gesù è all’origine del cammino di rinascita dei Magi.

Il punto di arrivo, verso il Sole che sorge, da loro ancora ignorato, seppur già ardentemente desiderato, è il piccolo villaggio della Giudea dove Dio ha deciso di assumere su di sé la nostra fragilità.: Bethlehem, che in ebraico significa casa del pane.

La precedenza della meta sul cammino testimonia la precedenza della scelta di Dio sulla risposta dell’Uomo. Non sono i Magi che hanno scelto Betlemme; Dio l’ha scelta fra tutti i capoluoghi di Giuda per piantare la sua tenda con noi.

Come chi si mette in cammino e allestisce una tenda per accogliere gli amici, Dio manda il Suo Figlio fra noi:. “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi chiamandovi non più servi ma amici”, dirà un giorno Gesù ai suoi discepoli raccolti intorno a Lui.

( Seguendo la Stella: il cammino dei Re Magi verso Dio).

UNA DISCENDENZA COME LE STELLE DEL CIELO.

Il cammino dei Magi descrive allora la risposta a una chiamata che culmina nell’incontro personale del Natale. Betlemme è l’approdo del viaggio di Dio che per noi “descendit de coelis” nella concretezza di una mangiatoia. Si tratta di un viaggio già adombrato dalla promessa fatta ad Abramo: una discendenza come le stelle del cielo. Davanti al popolo di Israele accampato verso le steppe di Moab, oltre il Giordano.

Dio aveva rinnovato quella promessa attraverso un Mago straniero: “Una stella si leverà da Giacobbe e uno scettro sorgerà da Israele”. Sarà il profeta Michea ad indicare con precisione il luogo della Nascita: “E tu, Betlemme di Efrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me Colui che deve essere il dominatore di Israele”. Dopo 42 generazioni, partendo da Abramo, la Sposa di Giuseppe generò dallo Spirito Santo Gesù chiamato il Cristo.

Quando Dio adempie la Sua promessa, sorge nei Magi il desiderio di incamminarsi verso Betlemme. Come il figlio più giovane si alzò dal paese lontano desiderando il pane paterno, i Magi si levano in Oriente desiderando Betlemme. E seguendo la Stella la quale prima di loro ha risposto “Eccomi” a Dio che la chiamava per nome nel buio della notte ì, iniziando a brillare di gioia.

( Seguendo la Stella: il cammino dei Re Magi verso Dio).

PELLEGRINI NELLA NOTTE.

Ma chi sono i misteriosi pellegrini giunti a Gerusalemme? Il Vangelo non precisa il loro numero, la loro identità, il luogo esatto della loro provenienza. Appaiono al lettore come una carovana aperta a ogni uomo di ogni tempo. La conducono i Magi, guide per la nostra fede e primizia del nostro credere. Al suo seguito si aggiungono generazioni ininterrotte di donne e uomini che, illuminati dalla Sua Stella, si fanno pellegrini nella notte..

Gli Evangelisti tacciono la data precisa in cui l’Eterno è entrato nel tempo. Sappiamo da Luca che i pastori ricevettero il primo annuncio della nascita. L’individuazione del dies Natalis il 25 dicembre si attesta in Occidente fra la fine del III e gli inizi del IV secolo. La prossimità con il solstizio d’inverno (21 dicembre) che segna il giorno più coro dell’anno, mostra l’importante legame del Natale con la luce e le tenebre.

“Il giorno del suo Natale porta il mistero della sua Luce”, ricorda Agostino che continua:. “Poichè la mancanza della fede aveva avvolto come una notte il mondo intero, aumentando la fede la notte doveva diminuire. Perciò con il giorno di Natale del Signore nostro Gesù la notte comincia a diminuire e il giorno a crescere”.

Rispetto ai pagani, che nel medesimo giorno festeggiano la festa del Sole invitto, “I fedeli festeggiavano Colui che ha creato questo Sole”. La contaminazione tra le due feste sottolinea la comprensione di fede del Natale di Gesù come vittoria della Luce sulle tenebre. La liturgia, supportata dal Vangelo di Luca che colloca l’annunciazione a Maria sei mesi dopo il concepimento di Elisabetta, festeggia la nascita di Giovanni Battista, il 24 giugno, solstizio di estate.

E ancora siamo qui, molta umanità, pellegrini nella notte che cerchiamo la Luce ma abbiamo di Essa timore. Quel timore che non ci consente di guardarci dentro nel profondo e riconoscere le nostre mancanze verso i fratelli e verso il Padre.

( Seguendo la Stella: il cammino dei Re Magi verso Dio).

LA LUCE DELLA RAGIONE.

Dio però non abbandona non abbandona l’uomo nelle tenebre, ma continua ad assisterlo con le sue luci: “la luce della ragione quasi come una piccola scintilla dentro di lui, il cielo stellato sopra di lui. In un gioco di rimandi, le stelle visibili nel firmamento rimandano all’invisibile splendore delle illuminazioni interiori.

Il termine Magi usato da Matteo, non chiarisce il mistero dei pellegrini giunti da Oriente; piuttosto lo infittisce. Nel contesto della letteratura biblica compaiono per la prima volta nel libro di Daniele, dove, insieme a saggi, indovini, caldei e astronomi, formavano la corte di Nabucodonosor.

In Atti 13,6 il termine magos è utilizzato come sinonimo di pseudo-profeta. Nella letteratura extrabiblica la parola indica una vasta gamma di persone tra cui astronomi, indovini, sacerdoti, àuguri e maghi di diversa attendibilità.

Giuseppe Flavio li considera degli indovini capaci di interpretare i sogni. Secondo Erodoto si tratta di una tribù di Medi. Cicerone riconosceva loro una certa capacità di discernimento e di divinazione. Filone di Alessandria parla sia di Magi-scienziati che di magi-ciarlatani.

La parola presenta pertanto una gamma di significati contrapposti che si estende da un senso molto positivo ad uno molto negativo.

( Seguendo la Stella: il cammino dei Re Magi verso Dio).

LA CAPACITA’ DEL RISCATTO DALLA COLPA.

Pico della Mirandola riconosceva nella sua ambivalenza strutturale la grandezza e la dignità dell’uomo. Immaginando il dialogo di Dio con Adamo scriveva:.” Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perchè di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti prescelto. Tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti; tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori che sono divine”. È questa la capacità del riscatto dalla colpa secondo il libero arbitrio di ognuno di noi.

Proprio questa doppia valenza caratterizza il sostantivo utilizzato da Matteo per indicare i personaggi sconosciuti giunti dall’Oriente alla ricerca del re dei Giudei. Ma perchè Dio ha scelto proprio questi personaggi con la loro ambiguità, si chiede San Pietro Crisologo? Perchè la materia dello sbaglio diventasse, attraverso Cristo, occasione di salvezza.

Allo stesso modo, mediante Cristo, ciò che è causa della morte diventa causa della vita. È segno di grande virtù colpire il nemico con la sua stessa spada. E così “I Pellegrini della notte trovano l’Autore della Luce nel profondo delle tenebre”. Nessuno allora può sentirsi escluso dall’invito che Dio rivolge ai  Re Magi di incamminarsi per incontrarLo.

( Seguendo la Stella: il cammino dei Re Magi verso Dio).

USCIR FUORI NELLA NOTTE ALLA LUCE DELLE STELLE.

Quando si è avvolti dalla notte non è scontato accorgersi del firmamento. Di solito il primo sguardo è catturato dal buio, mentre le stelle rimangono invisibili alle pupille ancora assuefatte dai bagliori artificiali della città. Quando però diamo attenzione al buio, il cuore si rattrista, l’animo si paralizza in un torpore fatto di sfiducia e lamenti. Noi dobbiamo uscir fuori nella notte alla luce delle stelle. Ma non basta guardare il Cielo. Ci puoi trovare di tutto. Ma  i Magi si alzano nella notte. Guardano in cielo e mettono a fuoco le stelle. Solo quando lo sguardo si lascia rapire dal firmamento la meraviglia prende il posto dello scoraggiamento e della delusione.

Nella lotta mai conclusa tra la luce e le tenebre, lo sguardo di ciascuno è chiamato a prendere posizione: assuefarsi all’immensità buia o scommettere sulle piccole scintille del giorno irradiate dalle stelle? Mentre dialoga con Abramo, Dio educa lo sguardo di ogni credente: “Nell’oceano buio della notte seleziona e fissa le stelle. In ogni circostanza della vita cerca la Luce”.

L’evidenza, davanti al firmamento notturno, è insieme buio e luce. La direzione dello sguardo rivela la scelta di campo insieme all’orientamento del cuore. L’inizio della conversione consiste nell’imparare a dare attenzione a ciò che rimane luminoso, seppur nascosto nella notte.

( Seguendo la Stella: il cammino dei Re Magi verso Dio).

CONTEMPLARE CIO’ CHE SORGE PER TROVARE LA FORZA DI RISORGERE.

L’orizzonte, con i suoi giochi di chiari e di scuri, di bene e di male, lascia libero lo sguardo che può decidere cosa mettere a fuoco. Nella vita di tutti, prima o poi si presenta il bivio del deserto:. Continuare a lamentarsi del buio, rimanendo paralizzati nella notte, o contemplare ciò che sorge, per trovare la forza di risorgere?

Thomas Henry Basil Webb , nella preghiera per il buon umore, domanda: “Dammi , o Signore, una mente sana che custodisca lo sguardo su ciò che è buono e puro.; che vedendo il peccato non si atterrisca, ma trovi una strada per rimettere le cose a posto”.

Al calare della sera la chiesa prega nell’inno dei Vespri del giovedì: “ Non si offuschi la mente nella notte del male, ma rispecchi, serena, la luce del tuo volto”. Suona come un esorcismo l’inno delle lodi: “Notte, tenebre e nebbia , fuggite! Entra la Luce, viene Cristo Signore. Il Sole di Giustizia trasfigura ed accende l’Universo in attesa. Salvatore dei poveri, la gloria del Tuo Volto splenda su un mondo nuovo”.

UN ANTICIPO DELL’ALBA.

I Magi, nella notte di Oriente cercano la Luce. Al pari dei cercatori d’oro, guardano alla notte come a una miniera dalla quale estrarre quei preziosi frammenti luminosi che soli danno senso e valore alla vita. Una volta trovata la perla preziosa lasciano tutto e partono, consapevoli che le stelle non sono la meta ma solo un anticipo dell’ alba attesa.

I GIUSTI SPLENDERANNO COME IL FIRMAMENTO.

Arrivano così a Gerusalemme, presentandosi come “coloro che hanno visto la sua stella e sono venuti per adorarlo”. Scrive Gregorio Magno: “La Divina Provvidenza ha messo sotto gli occhi degli uomini la vita dei giusti come altrettante stelle che brillano in cielo sulla vita dei peccatori. Finchè spunti la vera stella del mattino, annunciandoci l’aurora eterna, con la sua divinità splenderà più luminosa di tutte le altre stelle. Anche se il mondo addormentato nel buio non li accoglierà, loro continuano a splendere. A motivo del rifiuto potranno anche essere uccisi, mai però potranno spegnersi. “I Giusti splenderanno come il Firmamento”.

Come stelle, continueranno a brillare anche dopo la morte, finché, avvolti dai colori dell’alba, entreranno nella sorgente stessa della Luce: quella Città che non ha bisogno della Luce del Sole. Perchè la sua lampada è L’Agnello.

Li illuminerà nella gloria quel Bambino che hanno adorato nell’umiltà della mangiatoria; con Lui regneranno per tutti i secoli dei secoli.

fonte: Stefano Violi: “Abbiamo visto sorgere una Stella. Il cammino dei Magi verso Betlemme”.

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