
La Sopravvivenza della Coscienza: l’indagine scientifica.
Da sempre l’argomento del- la Sopravvivenza della coscienza post mortem ha appassionato l’umanità, o almeno un certo indirizzo di pensatori. Qui di seguito si riporta una parte della bellissima introduzione del libro: “ La scienza che ha dimostrato l’Aldilà”. Libro in cui l’autrice presenta le indagini e gli studi di molti uomini di scienza coraggiosi che da più di un secolo ad oggi. E tutt’ora – hanno investigato – e si continua- circa la Sopravvivenza della Coscienza. Il loro duro e appassionato lavoro, l’emarginazione da parte degli ambienti accademici della scienza ortodossa. La volontà appassionata di portare a galla la Verità delle Verità da sempre temuta da alcuni, ma compagna di viaggio di molti Spiriti liberi e consapevoli….
“Quando perdiamo una persona cara tutti noi siamo costretti, volenti o nolenti. Ad intraprendere quella fase incerta e dolorosa che gli psicologi chiamano “elaborazione del lutto”. Un percorso difficile che la maggioranza di noi compie nella solitudine del proprio intimo. Spesso senza riuscire a trovare il giusto supporto per alleviare il doloroso senso di perdita. E affidandosi per lo più al tempo che passa considerandolo, come recita un vecchio detto, “ un gran dottore”.
Ma il rischio reale è che, col tempo, oltre al dolore, passi anche la voglia di vivere e di riamare. Come afferma lo psicologo John Brantner: “solo coloro che si tengono lontani dall’amore possono evitare la tristezza del lutto. L’importante è crescere, tramite il lutto, e rimanere vulnerabile all’amore”. E per riuscire ad attraversare illesi quegli oscuri territori dell’anima, abbiamo bisogno che ci sorregga soprattutto il sentimento che più rischiamo di perdere: la speranza. Già, ma dove trovarla? Davanti a questo problema io ho davvero le vertigini.
IN NOME DELLA RAGIONE ILLUMINISTA.
Da sempre agnostica ed avulsa da qualsivoglia credo religioso, ho vissuto gran parte della mia vita alla luce di quella onnipotente Ragione illuminista. Che mi faceva attribuire solo ai miei sensi e a ciò che avevo imparato dalla mia personale esperienza il valore di strumenti di conoscenza. Ovviamente, alla luce di questa visione, nel momento in cui questi strumenti si sarebbero, per così dire, spenti con la mia morte. Io avrei semplicemente cessato di esistere….E nulla di me, oltre al temporaneo ricordo rimasto nei neuroni di coloro che hanno condiviso la mia avventura terrena, sarebbe rimasto in questo universo.
Nulla, né energia, né materia. Con questo tipo di realtà ho convissuto, però, sempre con un grande disagio di sottofondo. C’era una parte di me che rimaneva semplicemente basita. Pensando all’enormità degli sforzi che ogni essere vivente fa per arrivare a nascere, crescere, imparare, fare esperienze, amare, crearsi legami e conoscenza. Solo per arrivare alla sempiterna meta dove tutto questo lavorìo si trasforma in polvere. Polvere perfino il nostro nome, le nostre sofferenze e conquiste. Nella migliore delle ipotesi, per uomini di particolare valore, si sarebbe potuta assicurare l’immortalità della memoria. Attraverso i libri ed opere, ma null’altro c’era da sperare. Sebbene una parte di me avvertisse in sottofondo lo squilibrio insito in una realtà ( illusione) in tal modo concepita.
( La sopravvivenza della Coscienza: l’indagine scientifica)
CINISMO E INDIFFERENZA COME SCUDO DI DIFESA..
Il senso di smarrimento e il nichilismo mi avevano portato ad adottare, come scudo di difesa. Una sorta di cinismo verso il dolore e la morte. Per cui ero giunta al compromesso, fatto con me stessa, di non pensarci più di tanto, di vivere alla giornata con la segreta e vana speranza di non dover mai affrontare la morte o la sofferenza di nessuna delle persone che amavo e che amo.
Una sorta di limbo dal quale avevo scacciato l’essenza della vita stessa. E nel quale tendevo a moltiplicare i miei giorni come se fossero uno il riflesso dell’altro. In un caleidoscopio nel quale, però, non era la vita a governare bensì il pallido riflesso di una confortevole illusione. L’atteggiamento materialista, in fondo, è basato sulla stessa primitiva forma di conoscenza. Che hanno i bambini i quali scoprono il mondo solo tramite i messaggi dei loro cinque sensi. E’ la convalida immediata alle proprie esperienze senza la fatica di dover immaginare e relazionarsi con una ben più complessa realtà. Che è celata al cognitivismo materialista e che richiede uno sforzo “immaginativo” che presuppone sia profondità di pensiero che seria ricerca.
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…. Ma questo fino al momento in cui ho dovuto affrontare la morte inattesa e tragica di una persona a me vicina. In quel momento, quel fragile guscio d’uovo si è sbriciolato lasciandomi preda di tutte le angosciose domande esistenziali e nondimeno circa la “sopravvivenza dell’Anima”. Sul dopo, tutte quelle questioni che avevo lasciato da sempre andare. Un inutile vuoto pareva ingoiare il senso profondo della mia esistenza che fino ad allora era rimasta abbastanza al riparo dai colpi bassi della vita.
IL VUOTO STERILE DELLA MORTE.
Per non lasciarmi sopraffare dalla depressione di dover fare i conti con il vuoto sterile della morte. Non ho avuto scelta: ho dovuto affrontare il cammino che non avevo mai voluto intraprendere. Un cammino che, all’inizio, si è presentato senza indicazioni né mappe idonee per capire se e dove ci può essere questa benedetta speranza. Per noi mortali per la sopravvivenza della Coscienza alla morte. Capire se qualcosa, c’era, esisteva, rimaneva. Mica cosa da poco. Tutti ci siamo posti prima o poi questa domanda. Ed è proprio per riuscire a dare un qualche senso a tale domanda che opere immortali sono state scritte, scolpite e dipinte. È per quel vuoto risucchio che si sente dentro. E che bisogna pur colmare se, come dicevo all’inizio, si vuole vivere un’esistenza che abbia un qualche significato al di là della polvere e della dimenticanza.
( La sopravvivenza della Coscienza : l’indagine scientifica).
DALLO SCETTICISMO ALLA SPIRITUALITA’.
Ho già detto che non sono mai stata religiosa e non lo sono di certo diventata. Non ce n’è stato bisogno. Sono allergica alle regole preconfezionate e le comode soluzioni pronte all’uso non mi interessano. Ho bisogno di concretezza, di prove, di esaminare la faccenda al di fuori di qualsivoglia credo. Per cui ho sempre visto nelle religioni un sistema di dogmi irrazionali. Spesso nati da interpretazioni sbagliate di scritture che vengono dalla notte dei tempi e che sono state più volte rimaneggiate nella storia. Uno strumento di potere per tenere a bada i popoli con lo spauracchio della punizione divina e fin da piccola il mio animo si rifiutava di pregare un dio pronto a lanciare nelle fiamme dell’inferno quelli che avrebbero dovuto essere suoi figli, pieni di limiti, magari, ma pur sempre suoi figli.
Il dio a cui oggi credo io è ben lontano dai dogmi e dalle costruzioni mentali delle religioni. Che servono solo a dividerci e a qualificarci in nome di regole assurde che mai e poi mai quell’Intelligenza Cosmica ineffabile. Che sottintende gli universi e le nostre vite avrebbe potuto dettare a chicchessia. La regola è che non ci sono regole, ognuno fa il suo percorso. ; infiniti percorsi che, però, non sono segnati e possono intersecarsi o allontanarsi per sempre gli uni dagli altri. Quindi, da tale posizione, trovare le solite risposte nell’ambito della fede, era per me una cosa inaccettabile. Faceva a pugni con la mia razionalità ed il mio bisogno di un minimo di concretezza per poter affrontare qualunque argomento.
GLI ESPERIMENTI DI SCOLE.
Esperimenti condotti ( vedi anche l’Esperimento di Scole) proprio secondo le più rigide regole del metodo scientifico. Che oggigiorno viene applicato in tutti i settori della ricerca. E che costituisce la base delle nostre attuali conoscenze e le cui basi, non dimentichiamolo, furono gettate proprio da Galileo Galilei. Straordinario, vero? Quanti di voi ne sono al corrente? Dovremmo esserne informati tutti. E’ stata la prima cosa che ho pensato quando ho scoperto la vastità di questo settore della ricerca nel campo del cosiddetto “ paranormale”, e come mai, invece non è così?
In realtà dai media ci viene tutt’altro messaggio. Gli unici che sembrano aver diritto a pontificare sulla realtà di certi fenomeni sono quelli del CICAP che vengono puntualmente invitati in tutte le trasmissioni a tema senza un contraddittorio serio e che sono notoriamente allergici a questo tipo di argomenti anche perchè la loro fortuna è stata costruita proprio sulla negazione ad oltranza dei fenomeni paranormali.
E chi ucciderebbe la vacca grassa che gli procura articoli, fama e autorità d’opinione? E così i media si preoccupano di ben altro che di parlarci delle scoperte che la scienza ha fatto in questo campo. Che solo fino a pochi anni fa era relegato nell’insondabile regno della metafisica. Non sentirete facilmente parlare alla televisione delle decine e decine di scienziati e ricercatori appassionati. Che hanno studiato con rigorosa indagine scientifica la possibilità del-la sopravvivenza della coscienza sia reale.
Continueranno a mostrarvi la poltiglia insensata di reality. La miseria dei nostri politicanti che nemmeno sanno cosa sia la Politica, e forse, per non farvi esercitare le pericolose facoltà dell’intelletto. Continueranno a spostare la vostra attenzione su questioni da poco, destinate a passare senza lasciare impronte nella vostra vita, gli amore della soubrette di turno. Le passioni di tal’altro calciatore, il divorzio milionario di quel tizio di Hollywood, come se fossero questioni fondamentali che vi tolgono il sonno, vero?
( la Sopravvivenza della Coscienza: l’indagine scientifica)
MA NON CE LO DIRANNO MAI, PERCHE’?
Eppure non ve lo diranno mai. E sapete perché? Provo a dare la mia risposta: è una scoperta troppo dirompente, che rischia di cambiare letteralmente il modo di pensare e di essere dell’intera umanità e allora poi come faranno a venderci tutto quello che hanno da venderci? Cosa succederebbe se domani mattina, dopo aver acceso il vostro televisione, vi trovaste ad ascoltare il primo telegiornale che dice:
“La sopravvivenza dell’Anima alla morte è stata definitivamente dimostrata dalla scienza con prove di laboratorio”!
Immaginate che la notizia rimbalzi in tutte le redazioni dei principali giornali e notiziari del mondo e che la gente, incredula, debba prendere atto di questa che appare come la scoperta più clamorosa che mai essere umano abbia fatto. Come vivreste da quel momento in poi? Se voi dovreste prendere atto che un “quid” della vostra personalità non morirà mai e che in virtù di ciò sarete immortali? Cosa cambierebbe nel vostro modo di affrontare la vita?
Innanzitutto capireste che la vita nel vostro corpo fisico sarebbe solo una breve parentesi di un ben più vasto piano di esistenza e che se vi siete ritrovati a vivere in un corpo fisico, essendo spiriti immortali, forse è perchè questa vita è come una scuola, frequentando la quale dovrete pur imparare qualcosa, chissà corse l’amore e la compassione verso i vostri simili, dovrete aiutare chi, spiritualmente, è più confuso di voi, condurre qualcuno alla riva di fronte per così dire, dare un senso diverso al tempo che scandisce le nostre giornate e così di questo passo.
UN SISTEMA DA RIVALUTARE.
Tutte le istituzioni che governano le nostre società sarebbero trasformate da questa scoperta. Che senso avrebbe, ad esempio, condannare qualcuno a morte sapendo che quel qualcuno ?in realtà non “morirà”? E la medicina si spingerebbe ancora con lo stesso accanimento terapeutico per salvare la vita di un anziano sofferente sapendo che magari che quella persona, morendo, andrà a vivere in un mondo diverso, senza sofferenza? La religione come verrebbe ridimensionata in un sistema in cui sapremmo che tutti sopravviveremo in un piano d’esistenza in cui non c’è alcun giudizio se non quello che noi stessi daremo di noi stessi?
E nel nostro quotidiano? Daremmo meno peso alla carriera ed ai soldi per dedicarci di più a chi amiamo? Riusciremmo a dare meno importanza ai riconoscimenti sociali che tanto sarebbero comunque destinati a finire nel tempo? A preoccuparci di meno per qualche ruga in più e qualche capello in meno visto che il corpo sarebbe solo un veicolo temporaneo che possiamo cambiare così come cambiamo la nostra vecchia automobile? Come cambierebbe, insomma, la vostra vita se voi potreste finalmente capire che quello che conta davvero è l’autista e non l’auto? dunque sarebbe davvero un sistema da ridimensionare e rimettere a posto.
I SISTEMI INFO ENERGETICI.
E continuereste ad essere crudeli con il vostro prossimo se sapeste che poi, morendo, costui potrebbe essere ancora da qualche parte, pronto a chiedervi ragione dei vostri comportamenti quando sarete voi a passare dall’altra parte? Se, come sembra, ciò che sopravvive di noi al nostro trapasso non è altro che un sistema info-energetico, allora il dolore che procuriamo agli altri sistemi info-energetici continua anche dopo la morte, e allora ciò significa che noi continueremo ad essere correlati con questa sofferenza proprio in virtù del fatto che siamo, da vivi, sistemi fisici ed info-.energetici allo stesso tempo..
insomma, le implicazioni sarebbero davvero epocali e ci costringerebbero a rivedere molti dei nostri sistemi di vita. Si aprirebbe uno scenario ben diverso in cui si potrebbe immaginare anche di poter ricevere preziose informazioni dal mondo dei cosiddetti “defunti”, loro potrebbero indirizzarci in momenti difficili della nostra vita e inoltre, sapendo che non li abbiamo persi definitivamente, il dolore per la perdita di una persona cara sarebbe solo temporaneo e più nessuno di noi subirebbe la paura della morte…. E in un mondo così che senso avrebbero le multinazionali del terrore e quelle delle armi? Dove fonderebbero il proprio potere di morte i trafficanti di uomini, di armi e di droga? I governi espansionistici che non riconoscono negli altri esseri umani i propri simili?
A chi venderebbero i loro mutui trentennali, le follie transgeniche, le macchine ultra-lussuose, i meravigliosi e succosi frutti proibiti del progresso, l’ultimo modello del telefonino interattivo? La notizia del-la Sopravvivenza della Coscienza alla morte fisica è destabilizzante per questo sistema ammuffito ed auto-fagogitante che ha le sue lunghe marce radici nell’establishment accademico, politico, istituzionale e nei mass media che sono oramai regno incontrastato di quello che io chiamo il fondamentalismo scettico cui bisogna conformarsi se si vuole fare carriera a qualunque livello ( e aggiungo: più vai in alto nella scala sociale, maggiormente ti sporchi la coscienza; è matematico).
Allora, capite che è anche per questi motivi che non vi daranno mai questa notizia nel telegiornale delle otto di sera. Se vi interessa tocca a voi andarvela a scovare la verità…
( La Sopravvivenza della Coscienza e l’indagine scientifica)
LO SPIRITISMO SCIENTIFICO.
Dunque, scovare la verità attraverso una ricerca certosina.
Lo Spiritismo scientifico tentò sempre con dedizione appassionata di applicare metodi sperimentali allo studio dei fenomeni prodotti dai medium. Molti scettici confutarono allo spiritismo scientifico di non potersi avvalere del “metodo quantitativo”. Che, associato alla statistica, avrebbe permesso di ottenere risultati molto interessanti anche nel campo della parapsicologia. Del resto potremmo obiettare, con le parole del noto parapsicologo Gastone De Boni: …” Nemmeno la psicologia ufficiale si vale esclusivamente di questo metodo. E tanto varrebbe negare l’esistenza delle arti perché non si sono ancora potuti studiare, quantitativamente, i processi che permettono all’artista la sua creazione”….
(…) Dunque, possiamo affermare che la prova scientifica deve consistere in esperimenti ripetibili basati su una solida teoria matematica. Ebbene, oggi come oggi, gli esperimenti di materializzazione che a suo tempo furono compiuti pioneristicamente da William Crookes. Questi sono ripetibili e controllabili in condizioni di laboratorio. Hanno trovato una solidissima teoria matematica nell’opera di Ron Pearson che dimostra come il corpo e la mente siano due entità separate e che la mente continua a vivere dopo la morte fisica. Come sede di coscienza che è immortale perché essa è parte di quella materia intelligente che pervade tutto l’universo e che si chiama “i-ther” per distinguerla dal vecchio concetto di etere.
L’INDIFFERENZA DELLA SCIENZA ORTODOSSA.
La scienza ortodossa continua a non tenere in seria considerazione queste meravigliose scoperte che dovrebbero appartenere di diritto. Come diceva la compianta dottoressa Kubler Ross, ad ogni uomo, donna e bambino di questo pianeta. E continua imperterrita, ad ignorare il fatto che, come recita un vecchio detto americano, c’è un elefante in salotto con cui prima o poi bisognerà fare i conti.
Qualcuno ha detto che la scienza progredisce lentamente. Ad ogni scienziato morto, e chi fra voi sa come certi pensatori fuori dagli schemi. Da Galileo a Giordano Bruno, da Kozyrev a Pons e Fleischmann ( quelli della fusione fredda), siano stati trattati da establishments ottusi. Che hanno avuto ed hanno come unico obiettivo il proprio mantenimento, capisce bene la gravità di un’affermazione simile. Intanto, quello che è assolutamente certo è che la scienza di matrice scettica ha fallito a rigettare scientificamente le prove dell’esistenza dell’aldilà. E contemporaneamente ha fallito nel provare la propria argomentazione che la vita dopo la morte non esiste.
(…) Un individuo dalla mente aperta, che voglia esaminare con attenzione gli studi scientifici in tal direzione, si renderà conto che vi sono riscontri in abbondanza. Al di là di ogni ragionevole dubbio, relativi al-la Sopravvivenza della Coscienza o Anima dopo la morte. E riguardanti un mondo spirituale in cui gli Spiriti abitano secondo vari livelli di progresso.
COSCIENZA SEPARATA DAL CERVELLO.
( Gesù dice: “Nella Casa del Padre Mio ci sono molte dimore, a ognuno secondo la sua opera”)… Riscontri che partono dal fondamentale assunto che la coscienza separata dal cervello. E che è essa a determinare il funzionamento di questo organo e non viceversa. Come risulta chiaro dalle migliaia di ricerche scientifiche svolte negli ultimi trent’anni nel campo delle esperienze di premorte. Tali riscontri ci provengono perfino dalla scienza d’avanguardia, quella che studia la fisica del plasmi.
Nelle meteoriti contenente il “ plasma oscuro” si sarebbe originata la prima cellula di “bioplasma”, vera precorritrice delle cellule biochimiche che noi conosciamo. Ciò si accorda con le molte teorie metafisiche secondo le quali il corpo sottile di bioplasma sarebbe uno stampo per la morfogenesi del corpo biochimico. Che possiede quindi 3+1 dimensioni spaziali. Mentre il corpo basato sulla chimica del carbonio è visibile, il corpo costituito dalla materia oscura è invisibile; è facilmente comprensibile che una serie di corpi invisibili si sia sviluppata su una gamma di livelli energetici e sia composta di materia oscura. Formando una sovrastruttura invisibile sul corpo biologico.
( La Sopravvivenza della Coscienza; l’indagine scientifica.).
I CORPI SOTTILI INVISIBILI AI SENSI.
Questi corpi di più elevata energia. corpi sottili invisibili ai sensi possono evolvere insieme al corpo biologico come un elemento composito. Quando il corpo biologico muore, il corpo di materia oscura continua ad evolvere per proprio conto. E periodicamente questi corpi di materia oscura più vecchia possono legarsi a materia oscura più giovane e alla loro controparte biologica embrionale. Per continuare la propria evoluzione in un nuovo corpo biologico. I corpi di materia oscura degli esseri umani sono spesso stati chiamati, in metafisica, “il corpo energetico o “corpo di bioplasma”.
(…) Molti rifiutano l’ipotesi che ci sia qualcosa dopo la morte, perché, dicono, non riescono ad accettare né a concepire come si possa esistere in una dimensione dove non c’è più né lo spazio né il tempo. Che sono i costituenti primari della realtà materiale in cui viviamo. Ora, proprio la facoltà della mente umana quali la telepatia e la chiaroveggenza. Provate in condizioni di laboratorio, operano già fuori dalla dimensione spazio-temporale. Infatti la chiaroveggenza annulla i limiti del tempo mentre la telepatia annulla quelli dello spazio. Ciò dà la prova che esiste un elemento della nostra mente che appare capace di operare. Già mentre siamo in vita, al di fuori della dimensione spazio-temporale. La diretta conseguenza è: se è così, allora questo elemento aspaziale e atemporale è proprio quella caratteristica della mente che non è soggetta al tempo, allo spazio e alla morte”…..
(La sopravvivenza della coscienza: l’indagine scientifica)
Non dobbiamo respingere tutto o accettare tutto, bensì bisogna investigare e sperimentare. Tener presente ogni conoscenza come possibilità, tenerla in conto, caso mai. E solamente quando questa conoscenza sia stata sperimentata pienamente dalla nostra coscienza. E sia stato assimilato tutto il suo potenziale, solo allora potremo dire, con totale sicurezza, se essa corrisponde alla verità. Verità, ricordiamolo, sempre relativa, poiché nei mondi di 3D-dimensione, come la Terra, la Verità non può essere assoluta..
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