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SPIRITUALITA'

La Resurrezione immediata vs l’eterno riposo delle dottrine cristiane.

 La resurrezione immediata vs l’eterno riposo delle dottrine cristiane.

Tratto da un libro di Jean Preiur “I mondi sottili”.

Tutte le religioni e le tradizioni hanno insegnato la resurrezione spirituale, individuale e immediata, che si può chiamare sopravvivenza. Questa si oppone alla resurrezione della carne, generale e differita alla fine dei tempi. È certo che la parola ‘sopravvivenza’ non è pienamente soddisfacente.

Una volta aveva solo un significato giuridico: diritti di sopravvivenza, ovvero lasciti che si fanno tra coniugi in favore di chi sopravviverà. Oggi questa parola designa invece generalmente delle condizioni di vita precarie o difficili. ( sopravvivenza di persone in pericolo di vita, ad esempio di speleologi bloccati in fondo ad una voragine ). o quello che resta di una cosa scomparsa da molto tempo.

Per evitare questo senso di impoverimento, di attenuazione di significato di questa parola, per ritrovare il suo significato esaltante, illuminato di speranza, bisognerebbe parlare di “super-vita” e di “super-esistenza”. Ma è difficile non utilizzare i termini consacrati dall’uso e dai nostri grandi scrittori.

Come Marcel Proust, la cui alternativa era questa: o una sopravvivenza incomprensibile, o un rassicurante nulla. Da parte sua, Andrè Gide scriveva: “ Non credo a una sopravvivenza se non nella memoria degli uomini”. Parsimoniosa, incosciente esistenza post-mortem, che riguarderebbe solo un centinaio di uomini per secolo. Triste sopravvivenza da Pantheon!

Certo è che questa negazione generale della sopravvivenza immediata è recente e deve la sua origine all’Europa e al secolo dei Lumi. Nel resto del mondo, nessuno si era mai sognato di metterla in dubbio. ( leggi anche: L’Anima al Trapasso: oltre la vita terrena. Le Biotesi).

( La resurrezione immediata vs l’eterno riposo delle dottrine cristiane ).

UN’IDEA MOLTO SEMPLICE E CONCRETA.

Fin dall’origine, gli uomini hanno avuto la coscienza di questo tempo accordato in più. Incalzati dai bisogni essenziali, vivendo giorno per giorno in costante pericolo, non avendo alcuna idea dell’avvenire lontano, essi concepivano la resurrezione fin da subito. Ecco perchè seppellivano i guerrieri e i cacciatori con le armi, le donne con i gioielli, i bambini con i giocattoli. Erano convinti che i defunti ne avrebbero avuto bisogno in un Aldilà. La loro era un’idea molto semplice e concreta dell’aldilà. Ed era stata loro suggerita dai sogni nei quali rivedevano vivi e attivi quelli che avevano conosciuto, amato o detestato. ( leggi anche: Il mondo spirituale e le sue dimensioni ).

In tal modo avevano acquisito la nozione dell’esistenza dei geni, di esseri semi-divini, talvolta benevoli, talaltra temibili. E si erano poco a poco elevati alla nozione di Dio. Gli spiriti li avevano gradualmente condotti verso il Grande Spirito. Questo procedimento è ancora valido ai nostri giorni. Tra i nostri contemporanei, quanti si sono convertiti in seguito a sogni dove appariva un parente o amico che dichiarava. : “ Sono vivo, sono risuscitato, penso a te, ci ritroveremo!”. Nel corso della storia, altre concezioni si affermarono ben presto: quelle di giudizio e di giustizia, quelle di scelta tra il bene e il male. Prima di tutti l’Egitto”.

Le meraviglie della sua architettura e delle sue arti plastiche, le realizzazioni di questa civiltà armoniosa, di cui esistono pochi modelli, sono all’altezza del sue convinzioni morali. Di cui la confessione negativa pronunciata dal defunto dopo il trapasso è un elevato esempio.

Dopo cinque millenni, questo testo, che preferiamo chiamare “ Dichiarazione di innocenza”, può ancora commuoverci. : Non ho bestemmiato, non ho ingannato. Non ho rubato.  E non ho trattato alcuno con crudeltà. Non sono stato pigro; e mi sono ubriacato. E non ho ordinato cose ingiuste. Non ho avuto curiosità indiscrete, non ho lasciato andare la mia bocca alle chiacchiere… .( testo citato da Maspèro in Histoire ancienne).

(La resurrezione immediata vs l’eterno riposo delle dottrine cristiane ).

LA RESURREZIONE D’OGGI STESSO.

La Resurrezione immediata potrebbe anche essere chiamata “Resurrezione d’oggi stesso” grazie alle parole pronunciate da Gesù sulla Croce. : “ In verità, ti dico: oggi stesso sarai con me in Paradiso”. Sappiamo che le sette che negano la resurrezione immediato uniscono “oggi stesso” a “ti dico” e spostano i due punti ( Oggi stesso ti dico: sarai con me in Paradiso). Per fortuna il buon ladrone non li ha sentiti.

Egli chiedeva un pensiero (“ricordati di me”), riceve la presenza. Domandava per più tardi ( “Quando sarai nel tuo Regno “) e riceve subito. Ha il privilegio di ascoltare la conclusione del Vangelo.

Anche se questa fosse l’unica affermazione in favore della resurrezione immediata, basterebbe a stabilirla definitivamente. Pronunciata in un rantolo, da una bocca agonizzante, insanguinata, senza fiato, essa è l’ultimo messaggio che il Figlio di Dio rivolge all’umanità.

IL GIARDINO DELLE DELIZIE.

“Oggi sarai con me in Paradiso”. Queste parole sembrano in contraddizione con le altre rivolte a Maria di Magdala, il mattino della Resurrezione. : “ Non toccarmi, non sono ancora salito al Padre Mio”. Noli me tangere, nondum enim ascendi ad Patrem meum. Allusione precisa dell’Ascensione. Sorge qui una difficoltà: il Paradiso e la Casa del Padre sono lo stesso luogo? L’etimologia ci consente di uscire da questo dilemma: paradeisos, trascrizione greca di una parola persiana, significa giardino delle delizie.

Ora, il giardino non è la casa, la precede e la circonda come le zone felici del mondo intermedio precedono e circondano la Casa del Padre. Se l’etimologia è preziosa, la simbologia dei numeri lo è ugualmente. Tra la morte di Gesù e la sua resurrezione sono trascorse quaranta ore: il venerdì, 9 ore; il sabato, 24 ore; la domenica, 7 ore. Sommiamo 7+24+9=40.

Quaranta è il numero dei periodi di attesa e di prova, il simbolo dei luoghi stati-intermedi. Tra la Resurrezione e l’Ascensione si estende un periodo di quaranta giorni, durante i quali Gesù ha fatto molte cose. È apparso ai discepoli, ha parlato loro di tutto quanto concerne il Regno dei Cieli. Si è recato a consolare sua madre, come ci dice Teresa d’Avila, ha percorso la Terra e il mondo intermedio. È disceso non all’inferno, bensì agli inferi per annunciare ai “morti” la loro liberazione e la buona notizia del loro prossimo accesso la Cielo. ( Leggi anche: Ascensione e Resurrezione: differenza concettuale).

Che siano pronunciate da Cristo o dagli Apostoli, ciò che caratterizza le parole in favore del-la resurrezione immediata è che esse sono espresse al presente indicativo. È provvidenziale che il Nuovo Testamento sia stato scritto in una lingua che dispone di una gamma molto estesa di tempi grammaticali.

Gesù aveva dato l’esempio del presente, quando aveva affermato. : “ I figli di questo secolo prendono moglie e prendono marito. Ma quelli che sono stati giudicati degni di prendere parte al secolo a venire e alla resurrezione dei morti non prendono né moglie né marito. Infatti, essi non possono più morire perchè sono simili agli angeli e sono figli di Dio, essendo figli della resurrezione”. ( Lc 20, 34-36).

Che cosa intendeva dicendo “il secolo a venire?” certo non il secondo secolo! La parola utilizzata è ‘aion’ che noi abbiamo trasformato in ‘eon’. Che significa epoca, era, età, lunga durata, se si prende in senso temporale, e mondo, si si prende in senso spaziale.

( La resurrezione immediata vs l’eterno riposo delle dottrine cristiane ).

IL MONDO A VENIRE.

Nelle innumerevoli versioni del Nuovo Testamento si trova sia ‘Mondo a venire‘, sia ‘ secolo a venire’. Quest’ultimo senso è il migliore, poiché designa la vita eterna. Quanto all’espressione ‘Mondo a venire’, essa traduce un tempo che non esiste nelle lingue moderne. Il participio futuro che implica

un’idea di prossimità del tempo. Saeculum venturum, traduce San Gerolamo, cioè a dire il secolo imminente, il secolo senza indugio, subito, senza dilazione.

Gesù dice ancora: “ Tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una resurrezione di vita e quanti fecero il male per una resurrezione di condanna. ( Gv 5, 29). Dunque, tutti resuscitano: i malvagi e i giusti. Esistono due specie di resurrezione: quella meno buona e quella buona. Nella parabola di Lazzaro e il ricco Epulone, Abramo, risuscitato da duemila anni, parla al presente e dice a quello che è risuscitato da pochi giorni. : ( Leggi anche: Un’attesa piena di speranza: la riapparizione del Cristo).

“ Ora Lazzaro è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti” (Lc 16,25). tuttavia, siccome non è all’inferno, luogo di odio, il ricco vorrebbe evitare la propria tragica esperienza ai fratelli che sono ancora in questo mondo. “ Ti prego, Padre ( Abramo), di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perchè non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. ( Lc 16,27-28).

Il defunto ha cambiato piano, ma non ha cambiato epoca: tutte le persone che ha conosciuto sono ancora di questo mondo. Cristo afferma la resurrezione immediata in Luca 20, 38: “ Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per Lui”.

Il più delle volte, si cita il versetto da Matteo 22, 32 e da Marco 12,17, dandogli il senso esattamente contrario. : “ Dio non è il Dio dei morti, ma il Dio dei vivi”. In altre parole, i morti, che rappresentano i 9\10cimi dell’umanità, non lo interessano.

Quelli che sono passati nel Paese del Dopo soffrono nel vedersi rigettati, dimenticati, annientati dalla maggior parte di noi. E soprattutto dai nostri direttori spirituali.

( La resurrezione immediata vs l’eterno riposo delle dottrine cristiane ).

IL CRISTIANESIMO E’ ANCORA AVVOLTO NEL MATERIALISMO.

Il messaggio che segue, da parte di un trapassato, mi fu dato il 16 marzo 1974 dalla moglie di un pastore. Le parole uscirono dalle sue labbra come il fluire dell’acqua di un fiume tranquillo. Ma stanno a dimostrare come Il Cristianesimo è ancora avvolta nel materialismo. : “ Una cosa ci colpisce: quando andiamo in una chiesa o in un tempio, non sentiamo mai parlare dell’Aldila’. Sì! Qualche volta… durante i funerali cattolici… e ancora, non sempre. Il Vangelo, si dice oggi, è per i vivi: come se coloro che sono nell’Aldilà non fossero vivi! Nel mondo spirituale è tutto pronto! Questo non succede sulla Terra dove l’uomo si sistema come se dovesse restarvi per l’eternità. Tutto è pronto da parte nostra, è dalla vostra che la porta è arrugginita.

Riconoscere e ristabilire il contatto tra le due Chiese: quella celeste e quella terrestre! Che cadano le barriere! Che scendano queste piogge d’oro che accompagnano i messaggi puri! Sì, una pioggia d’oro accompagna il messaggio, quando questo concerne le cose dello Spirito. Il messaggio deve riguardare solo le cose del Cielo e non le vendite immobiliari o le questioni di eredità.

Non consultate coloro che materializzano il piano spirituale e ne traggono profitto. Noi vorremmo aiutare il vostro mondo a costruirsi spiritualmente. Noi non lo vediamo come un mondo di cadaveri. Sono tanti, da questa parte, gli operai che aspettano che il Padre di tutti dica loro: “Andate, anche voi, alla vigna!”.

La vigna simboleggia il piano terrestre nel quale bisogna assumere le proprie responsabilità e affrontare le prove assegnate. Cristo afferma infine la resurrezione immediata in Giovanni 17, 24: “ Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano dove sono io”. Con me che non sono nel nulla, con me che sono rimasto nel sepolcro solo quaranta ore, con me che sono passato attraverso la resurrezione del terzo giorno. E con me che non dormo e che rimango vivo nei secoli dei secoli.

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