
La realtà distopica di George Orwell in “1984” .
“1984” è l’anti-utopia o distopia più famosa di tutte quelle scritte nella prima metà del XX secolo. Nel romanzo, di narrativa politica ci viene presentata la realtà distopica di George Orwell futura. In cui una dittatura totalitaria interferisce a tal punto con la vita privata dei cittadini dalla quale è impossibile sfuggire . L’odissea di Winston Smith, il protagonista, in una Londra dominata dal “Grande Fratello” e dall’unico partito. E può essere interpretata come una critica a una qualsiasi dittatura, sebbene , le analogie con il comunismo stalinista siano evidenti. Visto il percorso di vita dell’autore. Il romanzo assume nuova validità nella società odierna. In cui il controllo dei cittadini, coercitivo o meno, è più perfezionato che in qualsiasi altro momento della storia dell’umanità. Infine, vedremo l’influenza del lavoro sulla cultura del XX secolo.
George Orwell, per il suo percorso di vita, è decisamente disincantato dalla classe politica britannica. ( più gelosa, secondo lui, della difesa dei comunisti sovietici che dei propri personaggi politici). Con la censura esercitata dai mass media ( fatto che lo porta a dimettersi dalla BBC). E la vita stessa ( la moglie muore nel 1945). E la propria salute ( problemi di tubercolosi) che lo portano a frequentare vari ospedali. Intraprende, il romanzo che ha ha segnato il futuro della letteratura fantapolitica nella seconda metà del XX secolo: “1984”. Dopo la pubblicazione, nel 1949, George Orwell entra nello stato terminale della malattia e muore il 21 gennaio 1950
( la realtà distopica di George Orwell, in “1984”. Il futuro negato)
IL ROMANZO- UTOPIA E DISTOPIA.
Alla domanda “Cos’è il 1984?”, la risposta più ovvia è: la distopia più famosa di quante ne sono state scritte. Allora, cos’è una distopia? Prima di proseguire con l’esposizione, dobbiamo fare una parentesi e definire il termine.
Conosciuta anche come anti-utopia, una distopia è l’opposto della utopia. Questa definizione, facile, se vogliamo, può essere compresa solo se definiamo l’utopia. Prendo in prestito entrambe le definizioni dal lavoro collettivo “ The Old Hundred best Science Fiction Novels of the 20th Century, coordinato da Juliàn Diez:
“Utopia. Opera che descrive un futuro stato felice della umanità, in cui ogni persona ha i propri bisogni soddisfatti .E c’è un governo benevolo che fornisce tutto il necessario ( altrimenti il governo è completamente scomparso, dopo essere stato inutile). Il nome deriva dall’opera di Tommaso Moro “Utopia”.
“distopia”, al contrario di “utopia”, un’opera in cui una società oppressiva viene descritta e chiusa su se stessa. Generalmente sotto il controllo di un governo autoritario, ma che si presenta ai comuni cittadini come un’”utopia”.
In breve: l’utopia è il meglio di tutti i mondi, la libertà ultima e assoluta, il sogno di ogni cittadino che si avvera. La distopia è il peggiore di tutti i mondi, la sottomissione ultima e assoluta. Il sogno di ogni sovrano che diventa realtà. E sarà tanto più efficace quanto più alto è il grado di soddisfazione che produce nel cittadino. ( attualmente, su sette miliardi e mezzo di popolazione terrestre. Più della metà vive nell’illusione che un mondo migliore di questo non esiste. Bastonati e felici). E’ quello che Sam J. Lundwall definisce nella sua “Storia della fantascienza”, l’incubo dell’aria condizionata.
IL PENSIERO UTOPICO.
Le utopie cominciano con il già citato lavoro di Tommaso Moro (1516). originariamente concepite come opere di natura quasi teorico-politico in cui si offrivano luce e guida al governante benevolo. Con il passare del tempo iniziano ad acquisire sfumature maggiori. La possibilità di tradurre il pensiero utopico in una vera organizzazione politica ci porta a diversi tentativi di comunità. I più importanti dei quali sono le riduzioni gesuitiche del Paraguay nel XVIII secolo e le falansterie dei socialisti utopici francesi del XIX secolo. Che restano ancora tentativi isolati destinati al fallimento.
Thomas Hobbes nel 1651 dà il primo serio avvertimento che l’utopia definitiva. Se deve essere raggiunta ( e lo sarà, poiché la spiritualità teosofica e kardechiana ci parla della nuova Era alle porte. Di un mondo di rigenerazione, e ora siamo in piena transizione planetaria o apocalisse). Deve fare affidamento sulla natura intrinsecamente predatoria della specie umana. “I Viaggi di Gulliver” di Jonathan Swift ( 1726) introduce l’elemento satirico nella tradizione utopica. Infine, la doppia rivoluzione industriale e liberale che compone la nostra attuale società occidentale. Ci ricorda solo che l’utopia, intesa nella definizione precedentemente esposta, è irraggiungibile per tutti. Ci saranno sempre classi. Con poche eccezioni ( il socialismo fabiano di HG Wells o il socialismo deterministico di Jack London), le utopie vengono separate dalla teoria politica. Per diventare una riserva quasi esclusiva della creazione letteraria.
L’UTOPIA E’POSSIBILE.
Stiamo parlando di un tipo di letteratura sempre più evasivo. Con le eccezioni di HG Wells e Jack london, determinati a cercare gli aspetti meno ottimisti del felice mondo futuro, l’utopia è benevola con il futuro della umanità. Due fatti cambiano la percezione delle cose. La prima guerra mondiale mostra che una catastrofe globale è possibile, con la fine di un equilibrio continentale rimasto quasi intatto per mezzo secolo. La rivoluzione sovietica del 1917 mostra che l’utopia è possibile, non solo su scala ridotta, come affermavano i socialisti utopisti con le loro piccole comunità, ma non meno che nel più grande paese del mondo.
Il selvaggio ottimismo degli anni Venti, i felici anni Venti, è vero solo a metà. “1984” di George Orwell e che costituiscono avvenimenti molto seri, non ancora eguagliati da un punto di vista letterario e ammonitore, di quanto terribile potrebbe essere il futuro se il potere fosse nelle mani che sono egualmente disposte a limitare già i diritti dell’individuo, manipolando la loro percezione e visione della realtà, che, anche subendo una orribile repressione, credono di possedere il massimo grado di libertà… ci siamo o no, dentro al vortice del-la realtà distopica concepita 70 anni fa da George Orwell?
( La realtà distopica di George Orwell in “1984”.)
SINOSSI DELLA TRAMA.
“1984” ci presenta dunque una distopia. In esso , il mondo è diviso in tre grandi superpotenze: Oceania, Eurasia e Asia orientale. Il primo di loro include America, Australia, Gran Bretagna e Africa meridionale. L’Eurasia è il risultato dell’assorbimento dell’Europa da parte dell’Unione Sovietica. L’Asia orientale comprende Cina, Giappone e Indocina. Il resto del pianeta subisce una guerra interminabile che affronta le tre potenze, in un mutevole andirivieni di alleanze e rottura di alleanze.
Winston Smith è un funzionario del Dipartimento del Regisrto del Ministero della Verità, che ironicamente è l’organismo incaricato di falsificare la realtà e manipolare l’opinione pubblica. È un quadro inferiore dell’Onnipotente Partito, ben oltre il tenore di vita raggiunto dai membri del partito interno ( la vera èlite della società, al cui apice è l’onnipotente Grande Fratello) e molto al di sopra delle privazioni dei prolet, la classe inferiore. Winston Smith è quindi, un rappresentante della classe media, chiamiamola così, uno degli stati più repressivi che la letteratura abbia presentato. Una società vista come obbediente e perfetta ha sempre un nemico che cercherà di distruggere la sua errata utopia. E quel nemico è Emmanuel Goldstein
. Il nostro protagonista, Winston Smith ha perso la sua famiglia in strane circostanze, ha vissuto la sua vita da perfetto cittadino dell’Oceania. E, quando ci sono i “teleschermi” che moniterano ciascuna delle sue avventure, fare un passo sbagliato, potrebbe avere un esito fatale. Anche se, ovviamente, i monitor non sono in grado di rilevare i pensieri, Winston Smith pensa sempre alla ribellione. Da quel momento in poi, quando le situazioni iniziano a farsi dense e sospette, tutto si trasforma in caos.
IL BIPENSIERO ORWELLIANO.
Particolare importante dello stato di Oceania è il bipensiero che è uno stato mentale che favorisce il consolidamento di una concezione immutabile della Storia: uno strumento intellettuale, insomma, che trova la susa espressione nella neolingua, un linguaggio artificiale creato dal Partito e che darà forma alla mentalità dei sudditi del Grande Fratello. Il linguaggio determina la struttura del pensiero umano. In questo modo il Partito può controllare e standardizzare più facilmente i pensieri dei suoi membri, evitando così il più grande dei crimini concepibili nella società Oceania: il crimine mentale.
“ Non vedi che lo scopo della neolingua è di limitare l’ambito del pensiero , restringere il raggio d’azione della mente? Alla fine, sarà impossibile ogni crimine del pensiero. In effetti, come può esserci crimine se ogni concetto è espresso chiaramente con una sola parola, una parola il cui significato è rigorosamente deciso e con tutti i suoi significati secondari dimenticati ed eliminati per sempre??(…) Come si può avere uno slogan come “ la libertà è schiavitù” quando il concetto di liertà non esiste?”…..
(La realtà distopica di George Orwell in 1984.)
CONTROLLO SOCIALE, DITTATURA, REALTA’ E VIOLENZA.
Il sistema politico presentato da George Orwell mira ad alienrare l’individuo, rendendolo praticamente incapace di pensare da solo. Seguendo la definizione precedentemente esposta di “distopia”, è una società chiusa su se stessa, che viene presentata come la società perfetta.
Solo isolando le influenze esterne è possibile realizzare l’ideale del Partito. L’esterno non può che essere cattivo. Solo il Grande Fratello e il Partito sono in grado di offrire qualcosa di buono al cittadino dell’Oceania. Sulla base di ciò che abbiamo letto nell’opera di Goldestein, tutto fa supporre che questo schema della società sia identico in Eurasia e in Asia orientale. La guerra straniera contro due nemici identificabili ( un nemico fisico: le potenze che fronteggiano l’Oceania; un nemico ideologico: Goldstein) è il fattore di coesione.
Esistono mezzi coercitivi per garantire questo controllo. Il Ministero dell’Amore ha un apparato repressivo senza soluzione di continuità. Non è raro che tuo figlio ti tradisca, come le giovani camicie brune del regime nazista. Quindi, vediamo che si sono vari livelli di controllo sociale:
1- la guerra straniera contro il nemico fisico e ideologico. È la ragione unica per essere dello Stato. Devi odiare Goldstein e il potere nemico in servizio; solo così, al contrario, sarà possibile amare il Grande Fratello.
IL FAMIGERATO ” GRANDE FRATELLO”.
2- La guerra interna contro la criminalità. Incoraggia la partecipazione degli stessi cittadini al suo sistema repressivo. Inevitabilmente passa attraverso l’apprendimento e la ripetizione degli slogan fondamentali del Partito. È il secondo livello di coesione: l’amore per il Grande Fratello.
3-la guerra contro la Verità. Orchestrato dai media, consiste in un lavaggio del cervello permanente delle masse. Configura la realtà che il Partito vuole imporre. In assenza di prove contrarie, finisce per essere la Verità. È un livello più profondo di coesione del sistema: se non bastano il ricorso al nemico esterno e la deviazione ideologica, si occupa di annullare le ultimi manifestazioni spontanee di opposizione. Non solo devi amare il Grande Fratello, ma devi anche ringraziarlo per il suo attuale benessere.
4- La guerra contro le dogane. Consiste nel dare un’apparenza di virtuosismo a tutti gli atti quotidiani. Nessuna condotta può essere considerata sbagliata, pena la commissione di reato. Devi praticare l’astinenza sessuale. Dobbiamo rivolgersi all’autodafè contro i nemici del Partito dello Stato. Devi gridare nei due minuti d’odio. Non dare adito a comportamenti ambigui per strada. Devi essere sempre visibile sul teleschermo. Il Grande Fratello veglia su di te e, come si addice a una figura fortemente paternalista, è disposto a punire il figlio che tradisce la sua fiducia e disprezza il suo amore.
( La realtà distopica diGeorge Orwell in 1984)
FALSIFIAZIONE DELLA REALTA’
l’unico modo per perpetuare un regime dittatoriale come quello presentato da George Orwell è falsificare la realtà, perpetuare la menzogna. Perchè il sistema funzioni, il dissenso deve essere terminato. Il crimine è il crimine più grande e per evitarlo devi porre fine alle cause che lo portano. Devi manipolare il passato, renderlo inesistente se necessario. “Chi controlla il passato, controlla il futuro e chi controlla il presente, controlla il passato”. Questo assioma ha una interpretazione ovvia: il futuro appartiene a chi ha manipolato il passato fino a plasmarlo a piacimento. Annullando ogni momento che non sia lo stesso presente, sarà possibile evitare l’opposizione al regime: il dissenso ricorre solitamente a fattori storici, a un passato in cui le cose non erano come adesso e quel ricorso al passato porta a rettificare il presente e a migliorare il futuro. Annullando la sequenza temporale, queste possibilità vengono interrotte sul nascere.
La vecchia verità non sarà mai esistita, quindi non sarà vera. Non sarà. Una persona che è a disagio per il regime, un colpevole confessato ( poiché il crimine porta sempre una confessione di colpa), sarà annullato come persona, prima sarà spogliato della sua personalità e poi, quando il suo esempio vivente è già stato interiorizzato da lui, sarà vaporizzato, sarà una non persona.
( La realtà distopica di George Orwell in 1984)
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LA DEMOCRAZIA E’ UNA TIRANNIA MASCHERATA DA LIBERTA’
Lo Stato deve esercitare la coercizione per garantire il rispetto dele leggi. Questo è applicabile a qualsiasi tipo di stato, sia esso totalitario o democratico ( democratico?? e qui penso alla massima di Luigi Pirandello: “La Democrazia è una tirannia mascherata da libertà”) solo il livello al quale viene esercitata questa coercizione determina il tipo di regime politico. Uno Stato in cui prevalgono meccanismi violenti di coercizione è uno Stato totalitario. Oceania 1984 è. Con il pretesto dell’utopia, tutti sanno cosa li attende se cadono in disgrazia. Il reato è arbitrario, non rispetta nessuno, né i genitori né i membri del Partito. Nemmeno Syme, l’ideologo della neolingua , scappa in prigione, nelle sinistre segrete del Ministero dell’Amore.
Nelle parole di O’Brien : “Se vuoi avere un’idea di come sarà il futuro, immagina uno stivale che schiaccia un volto umano… incessantemente”.
In conclusione, consiglio la lettura di questo capolavoro di narrativa politica, fantapolitica, che poi tanto fantasy non è: se ben riflettiamo, possiamo trovare molte analogie e parallelismi con la società attuale, con il sistema politico vigente : NUOVO ORDINE MONDIALE.

