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La distopia sanitaria non arretra: è un’emergenza continua.

(La distopia sanitaria non arretra: è un’emergenza continua ).

Secondo il direttore dell’OMS Europa, Hans Kluge, i recenti casi di poliomelite a livello mondiale rappresentano un campanello d’allarme per tutti. Per questo motivo, secondo Kluge “Tutti coloro che non sono vaccinati, e i cui figli hanno saltato le vaccinazioni programmate, dovrebbero effettuarle il prima possibile”. Intanto l’Ema ha annunciato che darà il via alla valutazione del vaccino Pfizer anti-Covid adattato alle varianti Omicron.

I vaccini contro la poliomelite si sono dimostrati molto efficaci e sicuri”, ha aggiunto Kluge. “Dato il nostro mondo interconnesso, il virus della poliomelite rilevato di recente a New York è geneticamente legato ai virus rilevati in Israele e Regno Unito”.

Nonostante l’elevata apertura vaccinale antipolio complessiva, ha sottolineato Kluge, “ Il poliovirus ha trovato la sua strada verso individui suscettibili nelle comunità poco vaccinate”. Il Covid, il vaiolo delle scimmie e la polio, ha concluso, “ Hanno dimostrato ripetutamente come una minaccia di malattia in un luogo sia una minaccia di malattia ovunque. Una lezione che saremmo davvero sciocchi ad ignorare, tanto più al mondo d’oggi”.

Intanto l’Ema ha iniziato a valutare la richiesta di autorizzazione di una versione di Comirnaty, il vaccino contro il Covid di Pfizer e Biontech, adattata al virus originale e alle sue subvarianti.: Omicron BA,4/5. Lo annuncia l’agenzia europea del farmaco su Twitter.

Fonte: https://www.conoscenzealconfine.it/. ( 31 agosto 2022).

(La distopia sanitaria non arretra: è un’emergenza continua ).

LA CONDIZIONE UMANA IN TEMPO DI PANDEMIA.

La grave crisi sociale causata da una presunta pandemia ci ha costretti a sviluppare azioni frettolose per far fronte alla velocità e alla imprevedibilità del virus. La condizione umana in tempo di pandemia ha subito dei radicali cambiamenti. Abbiamo iniziato a pensare come superare la minaccia immediata, ignorando le conseguenze di tali decisioni. Quale futuro ci attende, in quale mondo abiteremo quando passerà la tempesta?

Le decisioni che in precedenza avrebbero richiesto anni di deliberazione vengono rapidamente approvate: tecnologie immature, farmaci (vaccino) non sufficientemente sperimentati che stanno causando parecchi problemi di salute, per non parlare di morti improvvise misteriose.

L’emergenza continua in cui viviamo indica un crollo del nostro ordine di civiltà. Sembra che il proliferare di questi stati di emergenza evidenzia un crollo planetario nell’ordine di civilizzazione che ci governa, che chiamiamo globalizzazione.

Questa rottura del sistema, con tutta la serie di emergenze che ne deriva, dovrebbe radicalizzare una discussione sulle priorità che spettano allo Stato. Affrontate questa continua condizione di emergenza , distopica, è solo uno dei dilemmi che l’umanità deve affrontare in questo mondo pandemico. ( leggi anche: il miraggio della democrazia nell’era del Nuovo Ordine Mondiale).

(La distopia sanitaria non arretra: è un’emergenza continua ).

LA SORVEGLIANZA DIGITALE.

Uno di questi, forse il più controverso è la sorveglianza digitale dei cittadini, giustificata dalla necessità di controllare la diffusione del virus. Un labirinto etico, che ci pone di fronte a un’equazione difficile da risolvere: diritti individuali per diritti collettivi. Il fine giustifica i mezzi?.

Percorrendo il pericoloso sentiero che ci sta portando a questo nuovo ordine di civilizzazione, abbiamo visto governi di tutto il mondo costruire ed eseguire sistemi di sorveglianza in vari settori. Nel comportamento, nella biometrica, genetica e geodemografia. Esistono così tanti tipi diversi di monitoraggio sociale che sarebbe impossibile elencarli tutti. Il più delle volte, il cittadino non sa nemmeno di essere monitorato. E che i suoi dati vengono acquisiti.

Il dibattito su questo tema è vasto. La stessa legge generale sulla protezione dei dati non limita l’uso dei dati personali, quando lo scopo è per la sicurezza pubblica e per l’uso in caso di calamità pubbliche.

L’eccezionalità utilizzata per allentare la responsabilità etica ed ampliare la sorveglianza ci fa pensare alla durata di queste misure. L’umanità ha già assistito a misure autoritarie approvate in altre crisi e che sono state poi normalizzate. Come l’aumento della sorveglianza negli Stati Uniti dopo l’11 settembre, che sarebbe durato fino al 2005, ma è in vigore ancora oggi.

 La Sorveglianza digitale ( mi ricorda l’occhio che tutto vede del grande fratello), monitoraggio, restrizione della libertà di espressione ( in alcuni paesi) e accesso alle informazioni. Molte sono le violazioni dei diritti individuali sempre con la giustificazione di contenere il virus. E gli impatti della normalizzazione di queste azioni autoritarie per la nostra, già malata democrazia, possono essere giganteschi. ( Leggi anche: La realtà distopica di George Orwell in “1984”).

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INTERESSI COMMERCIALI DIETRO LA GEOPOLITICA DELLA MORTE.

Un altro importante punto etico riguarda gli interessi commerciali dietro la geopolitca della morte, dei vaccini. Sono contese storiche tra laboratori e grandi potenze economiche mondiali. L’ambiente è caotico e ostile. L’OMS cerca di garantire l’accesso ai vaccini e ai dispositivi di protezione per i pese periferici e più poveri. E anche la possibilità di violazione di brevetto è all’ordine del giorno.

Ma un punto cruciale è la velocità con cui queste azioni vengono attuate, considerando che il virus non sembra rispettare il binomio tempo/spazio dell’azione politica.

Il filosofo Luciano Santos sottolinea che siamo storicamente giunti ad un bivio, dove distopia e utopia sono molto vicine. Per lui è possibile che il nostro futuro sia segnato dal confronto, sempre più aperto, tra una possibilità distopica e una possibilità utopica. Risultanti dal processo storico che ci ha portati fin qui.

La distopia, cioè tutta questa produzione di un ordine civilizzante in cui il potere ( finanziario, tecnologico-industriale), è stato ingigantito. Questo, a scapito del senso, producendo situazioni sempre più insolubili, indica la possibilità che i nostri peggiori incubi diventino sempre più normalizzati. Ma proprio in risposta a ciò, vedo anche che q u elle forze impegnate per la Vita, attori sociali che portano con sé l’impegno di prendersi cura di popolazioni umane e della Terra. Che è la nostra casa, venendo ad organizzarsi, diventano sempre più i fautori di una politica utopica, nell’ottica di trasformare le fondamenta di questo sistema insolubile, irrealizzabile. Che ci ha portato dove siamo”. Luciano Santos.

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FUTURO POST PANDEMIA.

Il futuro post pandemia è un luogo lontano poiché siamo ancora al centro della crisi (una crisi voluta e disegnata a tavolino da “brillanti menti”). Una cosa è certa, il futuro arriverà, la tempesta passerà e dovremo fare i conti con il risultato delle decisioni prese in questo periodo. Stiamo, proprio in questo momento, abbozzando il nuovo progetto di civilizzazione, che determinerà chi saremo, come esseri umani (o transumani), quando arriverà l’indomani.

L’ecologo umanista Juraci Marques sottolinea che l’urgenza può cambiare il nostro rapporto con la natura e la nostra visione dei modelli di civiltà. I quali, storicamente, abbiamo pensato come arretrati.

Cosa, infatti, ci rende umani? In qualche modo viviamo l’illusione di aver già superato la nostra condizione animale per una condizione umana. Freud, e molti altri autori, ci avvertono che l’animale che eravamo ci abita ancora. Si potrebbe andare molto oltre nella riflessione su questa situazione, ma semplifico dicendo che l’umanità dell’uomo non è ancora arrivata.

Ma può arrivare, se prendiamo la decisione giusta in questo momento cruciale della nostra storia e, credo, l’eccessivo apprezzamento del capitale e della tecnologia. Soprattutto la seduzione dell’intelligenza artificiale del futuro post pandemico. Ma non è questa la strada.

Tanto per fare un esempio, più del 70% delle foreste ancora in piedi sul pianeta sono mantenute grazie al modo in cui i popoli tradizionali, in particolare gli indigeni, si relazionano con la natura. Poiché la considerano come qualcosa di sacro”.

Juraci conclude: “ Abbiamo bisogno, in questo momento chiave della nostra storia, di scegliere un modello di civiltà che onori lo straordinario viaggio della specie umana. Come un modo di celebrare la vita e l’esistenza, che è così meravigliosa”.

(leggi anche: la Natura bellezza e beatitudine del Creatore).

                    Nella poesia di William Wordsworth l’incontro con la Natura.

                    Il virus e le sue mutazioni: evoluzione e cammino dei Virus.

                   L’èlite di stile orwelliano, una storia che si ripete.

                   Biopotere controllo delle masse: fusione tra Biologia e politica.

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