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Attualità

Il declino del Cristianesimo nella crisi dell’Occidente.

Santiago Cantera Montenegro, monaco benedettino, teologo e medievalista spagnolo, nel suo saggio intitolato “La Crisi dell’Occidente. Origini, attualità e futuro”, analizza le cause che hanno prodotto la crisi politica, culturale, sociale dell’occidente e dell’Europa. Che recidendo le sue radici cristiane ha ignorato il fatto che, un’Europa culturalmente e politicamente unita, non sarebbe stata mai possibile se non ci fosse stato il Cristianesimo. Il quale ha saputo fondere la tradizione ellenica e romana con quella dei popoli del nord. Il declino del Cristianesimo nella crisi dell’occidente sono ormai bene evidenti.

Come cristiani abbiamo l’obbligo morale di evitare che l’Europa resti solo un apparato burocratico, laico e anticristiano, per tornare a considerare la necessità di una mediazione. Che solo la tradizione cristiana può garantire, tra culture e tradizioni diverse, e che favorisca una vera e solida unione dei popoli e delle nazioni. Il declino del Cristianesimo in Europa è sotto gli occhi di tutti. A testimoniarlo ci sono i dati sulla frequenza alle funzioni e le inchieste sulle credenze e atteggiamenti morali. La prova definitiva del radicamento di un maggioritario pregiudizio anticristiano è stata data dal rifiuto di inserire un riferimento alle radici cristiane nel preambolo identitario del trattato costituzionale europeo. ( leggi anche: L’ultima rivolta contro Dio: l’Anticristo potenza del Male).

A parte le Chiese cristiane, all’epoca quasi nessuno protestò. In nome dei suoi (nuovi) pregiudizi, l’Europa arrivò al punto di cancellare una storia bimillenaria e di fingersi nata con l’illuminismo e la rivoluzione francese. Senza comprendere che rinnegare la propria storia significa negarsi anche una credibile identità. La laicità delle istituzioni europee non sarebbe stata compromessa da quel riferimento, ma sarebbe stara rispettata la verità storica. ( leggi anche: Il significato della Rivoluzione francese per la storia dell’umanità).

(Il declino del Cristianesimo nella crisi dell’Occidente).

LA CAUSA DELLA CRISI E’ L’ABBANDONO DEL CRISTIANESIMO.

Lo scrive chiaramente Santiago Cantera Montenegro ( monaco benedettino, teologo, medievalista spagnolo). Nel suo saggio intitolato: Crisi dell’Occidente, Origini, attualità e futuro. L’Europa non solo ha tagliato le sue radici ma la causa della crisi è l’abbandono del cristianesimo. L’Europa, come noto, nacque dalla fusione della cultura classica e cristiana e la popolazione barbarica. Fu, infatti, proprio il cristianesimo il terreno che divenne sempre più comune tra romani e barbari. I quali da iniziali evangelizzati divennero in seguito loro stessi evangelizzatori. L’ideale cristiano – e monastico in particolare. Fu in grado al medesimo tempo di elevare e conservare le credenze e i valori dei barbari, attirando questi ultimi al Cristianesimo.

La chiesa penetrò nel mondo barbarico non solo come portatrice di un messaggio salvifico, ma anche di una cultura superiore, in grado di innalzare anche elementi delle culture preesistenti. La religione cristiana non fu, dunque, un semplice aspetto tra i tanti all’interno della cultura occidentale, ma ne costituì il vero fondamento. Quella europea fu una vera e propria “attività missionaria” che fu peculiare del medioevo occidentale. Contribuendo fondamentalmente a distinguere l’Europa dall’Estremo Oriente che si caratterizzava per un ordine sacro e immutabile, da trasmettere ad ogni generazione successiva.

(Il declino del Cristianesimo nella crisi dell’Occidente).

IL PROCESSO DI CIVILIZZAZIONE CRISTIANA.

Il processo di civilizzazione cristiana ha conosciuto un incedere per cerchi concentrici. Il cerchio cristiano racchiude tutti gli altri quale una cornice rispetto ad un quadro. Laddove il cerchio romano racchiude quello greco , e questi ultimi che toccano il perimetro di quello cristiano più esterno, si intersecano col cerchio germanico collocato poco più in basso (rispetto a quello romano= ma comunque totalmente interno a quello cristiano.

Tuttavia, pur nelle differenti caratterizzazioni ed importanza di ciascun cerchio, l’Europa rimane, in ogni caso, frutto di tali stratificazioni. Come si si trattasse di diverse fabbricerie per un’unica cattedrale. Ed è impossibile negare l’apporto determinante di ciascuno strato o fabbriceria senza negare una fattualità storica, finendo così col non comprendere il carattere europeo. Senza una iniziativa delle presenti e future generazioni di europei/occidentali, il declino definitivo della mentalità europea/occidentale si realizzerà ineluttabilmente. Oltre a raccogliere i frutti occidentali peggiori- quelli della decadenza-, obliando le proprie differenze uniformate dalla tirannia tecnocratica.

UN TEMPO DI ATTESA E DI SPERANZA.

Nell’attesa di “un nuovo San Benedetto” e nel dubbio che una ricostruzione possa accadere nei decenni e perfino nei secoli che sono innanzi, resta comunque fermo l’obbligo morale di provare a ricostruire ambienti e forme di resistenza nel magma atomizzato ed individualista odierno. Di questa ricostruzione l’Autore intravvede molteplici segnali in operose realtà, sia all’interno della Chiesa, sia nel corpo sociale che nel mondo culturale, interessato da una promettente riscoperta del tomismo e del realismo cristiano. Come sostiene Santiago Montenegro il nostro è un tempo di attesa e di speranza per una nuova e imprevedibile possibilità di rinnovamento.

È anche un tempo per resistere, all’ordine sociale, economico e politico della modernità avanzata. Soltanto così si potrà sperare che l’Europa ricomprenda sé stessa e che, solo partendo da tale consapevolezza di sé, del proprio genio e della propria storia potrà attuare una prassi geopolitica unitaria. Che le permetta di irraggiarsi verso l’esterno come protagonista mondiale e non invece come mero comprimario e passiva periferia. ( leggi anche: Le esplosioni sociali, il mondo nel 2022. Escalation di proteste).

FONTE: https://www.centrostudilivatino.it/

(Il declino del Cristianesimo nella crisi dell’Occidente)..

UNA VERA FAMIGLIA GLOBALE.

Come cristiani, apparteniamo ad almeno due famiglie globali. In primo luogo, nasciamo nella razza umana, quel meraviglioso mosaico di popoli , razze, religioni, culture. Mentre celebriamo le gioie di far parte di questo ricco arazzo come una vera famiglia globale, diventiamo sempre più consapevoli delle sfide di essere intessuti in esso. Avendo le conoscenze e le risorse per vivere bene, falliamo ancora quando proviamo a lavorare insieme per salvare il nostro pianeta.

I leader mondiali sono in disaccordo con veemenza sul commercio, il riscaldamento globale, le armi nucleari e una miriade di altre questioni. Eppure, nonostante queste differenze, la famiglia umana esplode di creatività, producendo meraviglie tecnologiche, strutture fantastiche, opere d’arte impressionanti. La nostra è una vera famiglia globale, caotica sì, ma piena di risorse. Bisogna far evolvere soltanto un pochino la coscienza e ci si può mettere tutti d’accordo. Ma finchè non si supera l’egoismo, finchè l’Io non diventerà “Noi” e il “mio” non diventerà “nostro”, non ce la faremo. ( leggi anche: La Terra soffre: cambiamento climatico, fattore umano o naturale).

L’unità è un obiettivo degno per una vera famiglia globale cristiana. Dopotutto, seguiamo Gesù, per il quale non solo designava i parenti biologici immediati, ma includeva tutti coloro che erano uniti dalla fede. La nostra famiglia globale cristiana è definita dall’interazione e dalla condivisione tra diverse espressioni del Cristianesimo. ( sarebbe il caso che i pastori di “anime” come si fanno superbamente definire i vari esponenti delle confessioni cristiane, cominciassero a dialogare anziché puntare il dito l’uno contro l’altro).

Mentre elaboriamo questa fede nei nostri contesti locali, condividiamo una consapevolezza globale della nostra fede comune e della nostra identità familiare globale.

3 Comments

  • Laura

    la chiesa mistica trionferà. cadranno tutte le religioni
    le quali hanno fatto solo una gran confusione, e sarà stabilita la vera Chiesa del Cristo.

    • GaiaQuantica

      Certo, è così. La Donna citata nell’Apocalisse di Giovanni, dalle dodici stelle in testa che schiaccia il serpente, è l’allegoria della Nuova Chiesa che nascerà nel Nuovo Mondo. Non sarà un processo facile , ma molto intenso e doloroso, ma dovrà accadere. Preghiamo nel risveglio delle anime.

    • GaiaQuantica

      Apocalisse 12
      1 Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. 2 Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto. 3 Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; 4 la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato. 5 Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono. 6 La donna invece fuggì nel deserto, ove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni.
      7 Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. Il drago combatteva insieme con i suoi angeli, 8 ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. 9 Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. 10 Allora udii una gran voce nel cielo che diceva:
      «Ora si è compiuta
      la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
      e la potenza del suo Cristo,
      poiché è stato precipitato
      l’accusatore dei nostri fratelli,
      colui che li accusava davanti al nostro Dio
      giorno e notte.

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