
I DESERTI IMMENSI DELL’UNIVERSO- LO SPAZIO.
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I deserti immensi dell’Universo, senza limiti, si estendono al di là dell’agglomerato di stelle di cui abbiamo parlato, e l’avvolge. Le solitudini si succedono alla solitudini, e le pianure incommensurabili del vuoto si estendono in lontananza. Gli ammassi di materia cosmica si trovano isolati NELL’UNIVERSO come isole galleggianti di un immenso arcipelago. E se si vuol valutare in qualche modo l’idea dell’enorme distanza che separa l’ammasso di stelle di cui facciamo parte dagli agglomerati più vicini. Bisogna ricordare che queste isole stellari sono disseminate e rare nel vasto oceano dei cieli. E che l’ampiezza che le separa le une dalle altre è incomparabilmente più grande di quella che misura le loro dimensioni rispettive.
( I deserti immensi dell”Universo-lo spazio)
Ora , si ricordi che la nebulosa stellare misura, in cifra tonda, mille volte la distanza tra le stelle più vicine presa come unità. Cioè centomila trilioni di leghe. La distanza che si estende tra esse è assai più vasta, e non può venire espressa in numeri accessibili alla comprensione del nostro spirito; soltanto l’immaginazione, nelle sue concezioni più alte, è in grado di valicare questa immensità prodigiosa. Queste solitudini mute e prive di ogni parvenza di vita, e di accettare in qualche modo l’idea di questa infinità relativa.
LE NEBULOSE IRRESOLUBILI.
Al di là di queste vaste solitudini, infatti, altri mondi risplendono nella loro magnificenza, come nelle regioni accessibili all’indagine umana; al di là di quei deserti, splendide oasi navigano nell’etere limpido, e rinnovano incessantemente le scene ammirevoli dell’esistenza e della vita. Là si snodano i lontani aggregati della sostanza cosmica, che l’occhio profondo del telescopio intravede attraverso le regioni trasparenti del nostro cielo. Le nebulose che voi chiamate irresolubili, e che vi appaiono come leggere nuvole di polvere bianca, perdute in un punto ignoto dello spazio etereo.
Là si rivelano e si sviluppano mondi nuovi, le cui condizioni, varie e diverse da quelle inerenti al vostro globo. Danno loro una vita che le vostre concezioni non possono immaginare. Che i vostri studi non possono riscontrare. È là che risplende in tutta la sua pienezza la potenza creatrice. Per colui che proviene dalle regioni occupate dal vostro sistema, sono in atto altre leggi, le cui forze reggono le manifestazioni della vita. E le nuove strade che percorriamo in questi paesi stranieri ci aprono prospettive sconosciute.
In astronomia, si dà il nome di nebulose irresolubili a quelle di cui non si sono ancora potute distinguere le stelle che le compongono. All’inizio erano state considerate come ammassi dei mondi. Ma al giorno d’oggi si ritiene in generale che questa apparenza sia dovuta alla distanza, e che tutte sarebbero solubili con strumenti molto potenti.
Un paragone familiare può dare un’idea, per quanto imperfetta, delle nebulose solubili: i gruppi di scintille lanciate dai fuochi d’artificio al momento della loro esplosione. Ciascuna di queste scintille rappresenterà una stella, e l’insieme sarà la nebulosa, o gruppo di stelle riunite in un punto dello spazio. Soggette alla legge comune di attrazione e di movimento. Viste ad una certa distanza, le scintille si distinguono a fatica. E il loro gruppo ha l’aspetto di una piccola nuvola di fumo. Questo confronto non sarebbe esatto, se si trattasse di masse di materia cosmica condensata.
(I deserti immensi dell’Universo-lo spazio)
LA VIA LATTEA.
La nostra Via Lattea è una di queste nebulose; conta circa trenta milioni di stelle o soli, che occupano non meno di alcune centinaia di trilioni di leghe di estensione; eppure non è la più grande. Supponiamo soltanto una media di venti pianeti abitati attorno ad ogni sole: avremmo all’incirca seicento milioni di mondi solo per il nostro gruppo.
Se potessimo trasportarci dalla nostra nebulosa ad un’altra, ci troveremmo come nel mezzo della nostra Via Lattea. Ma con un cielo stellato dall’aspetto del tutto diverso. E la nostra, nonostante le sue dimensioni colossali in rapporto a noi, ci apparirebbe, in distanza, come un piccolo oggetto lenticolare perduto nell’infinito. Ma prima di raggiungere la nuova nebulosa saremmo come il viaggiatore che lascia una città e percorre un vasto paese disabitato. Prima di giungere ad un’altra città; avremmo varcato spazi incommensurabili privi di stelle e di mondi, che Galileo chiama i deserti dello spazio. Via via che avanzassimo, vedremmo la nostra nebulosa fuggire alle nostre spalle, diminuendo di grandezza ai nostri occhi. Mentre, davanti a noi, si presenterebbe quella verso cui ci dirigiamo, sempre più distinta, simile alla massa di scintille di fuoco d’artificio.
UNA CONCEZIONE MOLTO LONTANA DALLA GENESI MOSAICA.
(…)Tutto ciò che può identificarsi con l’immensità dello spazio e con la struttura dell’universo è utile all’allargamento delle idee, tanto ristrette dalle credenze comuni. Dio diviene più grande ai nostri occhi via via che comprendiamo meglio la grandezza delle sue opere e la nostra piccolezza. Siamo ben lontani, come si vede, dalla credenza stabilita dalla Genesi mosaica, che fa della nostra Terra impercettibile la principale creazione di Dio, e di suoi abitanti i soli oggetti della sua sollecitudine. Comprendiamo la vanità degli uomini che credono che tutto, nell’Universo, è stato fatto per loro, e di coloro che osano discutere l’esistenza dell’ Essere Supremo.
( I deserti immensi dell’Universo – lo spazio)
Tra qualche secolo, CI SI STUPIRA’ CHE UNA RELIGIONE FATTA PER GLORIFICARE DIO LO ABBIA SMINUITO A PROPORZIONI TANTO MESCHINE. E CHE ABBIA RESPINTO, CONSIDERANDOLE CONCEZIONI DELLO SPIRITO DEL MALE, le scoperte che potevano soltanto aumentare la nostra ammirazione per la Sua Onnipotenza. Iniziandoci ai misteri grandiosi della creazione. E ci si stupirà ancora di più quando si saprà che sono state respinte perché dovevano emancipare lo spirito degli uomini. E togliere la supremazia a coloro che si dicevano rappresentanti di Dio sulla Terra.
L’IMMORTALITA’ VIAGGIANTE.
… Questa immortalità delle anime, di cui il sistema del mondo fisico costituisce la base, è apparsa immaginaria a certi pensatori prevenuti. Che l’hanno qualificata ironicamente “immortalità viaggiante”, e non hanno compreso che era l’unica vera, di fronte allo spettacolo della creazione. Tuttavia è possibile farne comprendere tutta la grandezza, anzi quasi tutta la perfezione.
- Le opere di Dio sono create dal pensiero e dall’intelligenza; i mondi sono dimora di esseri che li contemplano. E che scoprono sotto il loro velo la potenza e la saggezza di colui che li ha formati: per noi tutto questo non può essere posto in dubbio; ma è importante sapere che le anime di sono popolate sono solidali.
L’intelligenza umana, infatti, fatica a considerare globi, radiosi che scintillano nell’immensità come semplici masse di materia inerte e senza vita; fatica a pensare che nelle regioni lontane vi sono crepuscoli magnifici e notti splendide, soli fecondi e giorni pieni di luce, valli e montagne dove i molteplici prodotti della natura hanno sviluppato tutta la loro pompa lussureggiante; fatica a immaginare che lo spettacolo divino, in cui l’anima può ritemprarsi come nella propria vita, sia spogliato dell’esistenza e privo di tutti gli esseri pensanti che potrebbero conoscerlo.
( I deserti immensi dell’universo– lo spazio).
I VASTI SISTEMI SIDERALI.
Ma a questa idea eminentemente giusta della creazione, bisogna aggiungere quella dell’umanità solidale, ed è in questo che consiste il mistero dell’eternità futura.
Nell’Università dei mondi è stata creata una medesima famiglia umana. Ed i legami di una fraternità che voi non sapete ancora valutare sono stati assegnati appunto a questi mondi. SE QUESTI ASTRI CHE SI ARMONIZZANO NEI LORO VASTI SISTEMI SIDERALI SONO ABITATI DA INTELLIGENZE. NON SONO POPOLATI CERTO DA ESSERI IGNOTI GLI UNI AGLI ALTRI. MA DA ESSERI SEGNATI IN FRONTE DALLO STESSO DESTINO. CHE DEVONO INCONTRARSI MOMENTANEAMENTE SECONDO LE LORO FUNZIONI DI VITA, E RITROVARSI SECONDO LE RECIPROCHE SEMPATIE; è la grande famiglia degli Spiriti che popolano le terre celesti; è il grande splendore dello Spirito divino che abbraccia l’immensità dei cieli e che rimane come tipo primitivo e finale della perfezione spirituale…..
Tratto dal libro Genesi di Allan Kardec.
