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SPIRITUALITA'

Gesù pedagogista che conduce a Dio.

Contrariamente a ciò che di solito si pensa secondo un luogo comune, il pedagogista non si occupa unicamente dell’infanzia e dei bambini. La pedagogia studia l’educazione e la formazione umana nella sua interezza, avendo come oggetto del proprio studio l’essere umano in tutte le fasi del suo intero percorso di vita. Nella pedagogia di Gesù o Yeshùa, il fine eucaristico è il nuovo essere umano. Gesù pedagogista che conduce a Dio, e per arrivare a Dio, l’uomo deve spogliarsi della sua materialità, e di tutto il peso che ne grava su di esso. La pedagogia di Yeshùa riguarda ogni credente e tutta la sua esistenza, riguarda come si relaziona con sé e con gli altri. Tale pedagogia investe:

il sapere ( la conoscenza teorica).

Un saper fare ( le competenze e l’abilità).

Il saper essere ( il modo in cui la persona fa e sa essere).

Un saper divenire ( il modo in cui la persona mette in atto tutte le risorse per attuare il continuo rinnovamento di sé).

Tutte le citazioni bibliche ( se non diversamente indicate) sono tratte dalla Nuova Riveduta. Questa scelta comporta che io ritenga la Nuova Riveduta  la traduzione biblica migliore. Una traduzione migliore non c’è; ciascuna versione biblica ha pregi e difetti. Una Bibbia di riferimento, in italiano, occorreva pur averla. Mi pare che la NR si un buon compromesso. Va comunque precisato che la Bibbia vera è solo una: quella in originale scritta in ebraico, aramaico e greco.

( Gesù pedagogista che conduce a Dio).

UN MODELLO DI DOLORI E DI MISERIA.

Ora fermiamoci qui a fare una riflessione. Noi vediamo che dall’inizio dei secoli, re ed eroi, uomini sfolgoranti divenire dèi delle nazioni. Ma ecco che un figlio di falegname, in un misero angolo della Palestina, è un modello di dolori e di miseria. È colpito pubblicamente con una esecuzione capitale. Scegli i suoi discepoli nei ceti meno elevati della società. Non predica altro che sacrifici, rinuncia alle pompe mondane, al piacere, al potere. Preferisce lo schiavo al padrone, il povero al ricco, il lebbroso al sano. Tutto ciò che soffre, tutto ciò che è piagato, tutto ciò che è abbandonato dal mondo, forma le sue delizie.

Capovolge le nazioni comuni della morale; stabilisce relazioni nuove tra gli uomini, un nuovo diritto delle genti, una nuova fede pubblica:. Eleva così la sua dignità, trionfa sulla religione dei Cesari. No, quand’anche la voce del mondo intero si levasse contro Gesù Cristo, quand’anche tutti i lumi della filosofia si riunissero contro i suoi dogmi, mai ci si potrà persuadere che una religione fondata su un tale fondamento si una religione umana”…..

Questo, quanto lo scrittore francese Francois-Renè de Chateaubriand scrisse sul Cristo: una pagina stupenda che scuote nel profondo anche chi non è credente. Per tutte queste ragioni i credenti scrutano con grande amore anche il più piccolo gesto di colui che la vera fede indica come Maestro infallibile. L’unico vero pedagogista che è apparso sulla Terra. Non accdrà mai che qualche macchia offuschi la fisionomia intellettuale e morale di quello Yeshùa che si è proclamato Luce di un mondo avvolto in opprimenti tenebre: “Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nella tenebre, ma avrà la vita eterna”. ( Gv 8:12; Ef 5:8,9). (Gesù Uomo e Dio: Raggio Cristico).

( Gesù  pedagogista che conduce a Dio).

LA PEDAGOGIA PIU’ EFFICACE.

Di fronte al sorprendente effetto dei gesti di Gesù , anche chi non crede, anche chi non ha ancora avuto o ha perso il dono della fede, deve avere profondo rispetto e ricercare nella gigantesca figura del Cristo la pedagogia più efficace. Quella pedagogia che eleva la persona, la quale è sempre preda dei medesimi egoistici interessi personali. Di fronte alla grandezza di Yeshùa, ogni educatore ed ogni educatrice, ridiventati piccoli scolari, esprime silenziosamente l’intima richiesta di poter imparare un po’ del suo modo di agire così che noi pure possiamo elevarci ed elevare le persone che per certi versi ci sono affidate.

Tale richiesta trova risposta dallo stesso Gesù, meraviglioso pedagogista, attraverso le fedeli memorie che i suoi discepoli ci hanno lasciato nei quattro Vangeli , così ricchi di soave misericordia e di viva fede. Accingendoci a dedurre le norme pratiche del metodo cristico, è bene tener presenti i suoi campi di azione. Se da una parte prevalse l’aspetto divino su quello umano, dall’altra il pieno mandato divino di cui Yeshùa era investito si ritirò quasi nell’ombra per lasciar spazio alla Sua natura umana. Quest’ultimo aspetto ci rende Yoshùa molto vicino. Se nel primo campo è impossibile da parte nostra l’imitazione, nel secondo troveremo norme luminose – sicure ed indiscusse – per la felice riuscita di ogni attività pedagogica.

( Gesù  pedagogista che conduce a Dio).

IL POTERE TAUMATURGICO.

Il Potere Taumaturgico. È del tutto evidente che i credenti e gli educatori non possono contare sul potere taumaturgico di cui disponeva Gesù ( Cristo-Dio manifestato in Terra ). Essi possono contare sulla grazia divina invocabile con la preghiera e sul fatto che nelle situazioni difficili Dio darà anche la via d’uscita. ( 1 Cor. 10: 13,CEI). “ Questo prezioso tesoro, questa luce e potenza, che ora splende dentro di noi, si trova in un recipiente molto fragile. E cioè il nostro corpo, perchè cosi sia ben chiaro che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi.

Dobbiamo sopportare tribolazioni di ogni genere, ma non siamo ridotti agli estremi. Siamo preoccupati, ma non disperati, perseguitati, ma non abbandonati; colpiti ma non uccisi”. (2COR. 4:7-9, BDG). Dio, per i suoi fini sapientissimi, lascia normalmente agire le leggi naturali da lui stesso create. È però anche vero che Yeshùa disse ai suoi discepoli: “Abbiate fede in Dio! In verità io vi dico che chi dirà a questo monte: “Togliti di là e gettati al mare”, se non dubita in cuor suoi, ma crede quel che dice, avverrà, gli sarà fatto”. (Mr 11:22,23). ( Distinzione tra sofferenza e dolore).

Altrettanto vero è che Yeshùa ci ha insegnato a pregare così: “Sia fatta la Tua volontà, come in cielo, anche in Terra”. Il credente si risponde da solo al proprio desiderio di straordinarietà nello stesso modo in cui Yeshùa rispose al maligno: “Non tentare il Signore Dio tuo”. – Mr 4:7.

UNA FORZA VOLITIVA E INTRAPRENDENTE.

Tutti abbiamo delle energie naturali , dei talenti e – in modo latente e potenziale – le stesse risorse naturali che aveva Gesù. Noi, pure, che viviamo nel nostro tempo e nelle circostanze ambientali del momento, abbiamo una intelligenza con cui ragionare, una forza volitiva e intraprendente che ci fa affrontare coraggiosamente le tante imprese della vita.

Certo ciascuno in maniera diversa: l’intelligenza può essere più o meno acuta, la volontà più o meno forte, l’animo più o meno sensibile. E ciò vale anche per gli anziani delle comunità dei discepoli di Gesù. Per certi versi l’anziano della comunità è come un maestro di scuola. Con il suo sguardo attento, può, proprio come Gesù, penetrare, almeno in parte, l’intimità del discepolo affidato alle sue cure e suscitare in lui le energie possenti.

Lo scolaro può provare timore sentendosi preso in castagna, il discepolo perchè la sua coscienza forse gli rimorde. Non deve essere però uno sguardo inquisitore, ma quello buono e pieno di comprensione del pedagogista per eccellenza, Yeshua. Allo stesso modo sia lo scolaro buono che il discepolo mostreranno in risposta uno sguardo limpido qualora sentano interiormente di aver fatto bene. ( Il Progresso dell’umanità si attua con la Legge Morale).

(Gesù  pedagogista che conduce a Dio).

UNA GENERAZIONE MALVAGIA E ADULTERA.

Yeshùa ebbe una chiara visione della miseria umana. Pur non parlando esplicitamente del peccato delle origini che condizionò l’intera umanità, Egli sa bene quanto c’è di umano – di inferiore all’umano. Anzi, nel mondo che lo circonda e di cui sa ben misurare le intime contraddizioni estreme debolezze. Per Lui gli uomini del suo tempo sono “una generazione malvagia e adultera”. (Mt 16:4). i gerosolimitani non sono meno colpevoli di quei galilei trucidati da Pilato o di “quei diciotto sui quali cadde la torre in Siloe e li uccise” (Lc 13:1.4). Nonostante sappiano dare buoni doni ai propri figli, i genitori continuano ad essere malvagi (Mt 7:11). E i figli non sono da meno: già da bambini rivelano capricci, caparbietà e leggerezza ( Mt 11:16,17).

quando a Gesù viene presentata un’adultera colta in flagrante e Gli si chiede di condannarla, Egli si china a terra e scrive con un dito sulla povere, confondendo gli accusatori. Alle insistenze di questi, Yeshùa dà una risposta significativa: “Chi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei” (Gv 8:7). E, impedendo la loro subitanea reazione e dando loro modo di uscire dalla stretta in cui li aveva spinti, “chinatosi di nuovo, scriveva in terra”. Yeshùa conosceva appieno la natura umana e la cruda realtà della vita, tanto che le sintetizzò efficacemente in questa sua penetrante domanda retorica:. “Perchè guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nel tuo occhio?”. – Mt 7:3.

IL Rabbi di Nazareth conosce molto bene anche le imperfezioni dei suoi stessi discepoli, tanto che arriva a chiamare Pietro con l’epiteto di satana. (Mt 16:23). a volte se li tiene attorno con evidente fastidio: “Fino a quando devo rimanere con voi? Fino a quando devo sopportarvi?”. (Mt 9:19).

Nonostante la chiara predicazione di Yeshùa, non sono e non saranno in molti a raggiungere la salvezza, perché “stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano” (Mt 7:14). Come se non bastasse, nella stessa comunità dei discepoli “ è inevitabile che avvengano scandali”. (Mt 18.7). D’altra parte, i veri e fedeli credenti vivono come spighe di grano frammischiati alle spighe della zizzania di quelli falsi e crescono “insieme alla mietitura”, solo “al tempo della mietitura” sarà ordinato ai mietitori angelici: “Cogliete prima le zizzanie, e legatele in fasci per bruciarle. M il grano, raccoglietelo nel mio granaio”. – Mt 13:30.

Solo alla fine del mondo “il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, ed essi porteranno via dal Suo regno tutti quelli che sono di ostacolo agli altri e quelli che fanno il male. Li getteranno nel grande forno di fuoco”. – Mt 13: 41,42.

TRATTO DAL TESTO DI Gianni Montefameglio: “La pedagogia di Yeshùa”.

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