
Fusione tra realtà e fantasia nel Realismo magico.
Una modalità letteraria piuttosto che un genere distinguibile; fusione tra realtà e fantasia è una combinazione insolita e bellissima che troviamo nella letteratura del Realismo Magico. Si caratterizza su due prospettive contrastanti:. Una basata sulla visione cosiddetta razionale della realtà e l’altra sull’accettazione del soprannaturale come realtà prosaica.
La letteratura del Realismo magico differisce dalla pura fantasia principalmente perchè si ambienta in un mondo normale e moderno con descrizioni autentiche degli esseri umani e della società.
Mira a cogliere il paradosso dell’unione degli opposti. Ad esempio, sfida le opposizioni binare come la vita e la morte e il passato precoloniale contro il presente postindustriale.
Secondo Angel Flores, il realismo magico implica l’unione tra realtà e fantasia, o come sostiene, “ una fusione di realismo e fantasia”.
La presenza del soprannaturale nella letteratura del Realismo magico è spesso collegata alla mentalità primordiale o magica “nativa”, Miti dei Nativi. Secondo Ray Verzasoni, così come altri critici, il realismo magico è un’espressione della realtà del Nuovo Mondo. Che combina allo stesso tempo gli elementi razionali della super civiltà europea egli elementi irrazionali di un’America primitiva.
Il Realismo magico offre una visione del mondo che non si basa su leggi naturali o fisiche né su realtà oggettiva. Tuttavia, neanche il mondo immaginario è separato dalla realtà.
( Fusione tra realtà e fantasia nella letteratura del Realismo magico).
FUSIONE COME CARATTERISTICA PRINCIPALE.
Gli esponenti del Realismo magico incorporano molte tecniche che sono state collegate al post colonialismo, con fusione come caratteristica principale. Nello specifico, il Realismo magico è illustrato nelle arene disarmoniche di opposti come urbano e rurale, occidentale e indigeno.
Le trame delle opere di questo genere letterario riguardano questioni di confini, mescolanza e cambiamento. Gli autori stabiliscono queste trame per rivelare uno scopo cruciale del Realismo magico. Una realtà più profonda e vera di quella che le tecniche realiste convenzionali potrebbero illustrare.
Ironia sulla prospettiva dell’autore: lo scrittore deve mantenere una distanza ironica dalla visione del mondo magico affinchè il realismo non venga compromesso. Allo stesso tempo, lo scrittore deve rispettare fortemente la magia, altrimenti si dissolve in una semplice credenza popolare o in una fantasia completa. Scissa dal reale invece che sincronizzata con esso.
( Fusione tra realtà e fantasia nel Realismo magico).
IL SOPRANNATURALE E IL NATURALE.
Il soprannaturale e il naturale: nel realismo magico, il soprannaturale non viene mostrato come discutibile. Mentre il lettore si rende conto che razionale e irrazionale sono polarità opposte e contrastanti. Non rimane sconcertato perchè il soprannaturale è integrato nelle norme di percezione del narratore e dei personaggi del mondo immaginario.
L’idea del terrore travolge la possibilità di ringiovanimento nel realismo magico. Diverse figure autoritarie di spicco, come soldati, poliziotti sadici, hanno tutte il potere di torturare e uccidere. Il tempo è un altro tema cospicuo, che viene spesso visualizzato come ciclico invece che lineare. Ciò che accade una volta è destinato a ripetersi.
I personaggi raramente, se non mai, realizzano la promessa di una vita migliore. Di conseguenza l’ironia e il paradosso rimangono radicati nelle ricorrenti aspirazioni sociali e politiche.
( Fusione tra realtà e fantasia nel Realismo magico).
“IL RALISMO MAGICO DI FRANZ KAFKA.
Il Realismo magico di Franz kafka si evince palesemente nel suo romanzo “La Metamorfosi” in cui fonde elementi magici con il mondo reale. L’ordinario viene trasformato in straordinario dalla manipolazione della vita ordinaria. Kafka presenta una scena onirica attraverso la presentazione di eventi surreali e inaspettati in un ambiente realistico.
Il romanzo inizia con quella che sembra una situazione quotidiana per un normale essere umano. Si scopre quindi quello che potrebbe essere descritto come un incubo a causa dei fantastici cambiamenti che si verificano quando si va oltre la comprensione umana.
Questo accade quando Gregor Samsa, il protagonista si sveglia come al solito pronto a presentarsi alla sua postazione di lavoro. Ma scopre che si è trasformato in un mostruoso insetto.
La scelta di Kafka dell’uso del Realismo magico in questo particolare romanzo è influenzata dalla sua vita personale piena di pessimismo e rimprovero. Apparentemente, per tutta la vita, Kafka ha sofferto di risentimento da parte di suo padre che non apprezzava la sua creatività.
Kafka, quindi, si è sentito solo e poco apprezzato. Attraverso Gregor, ritrae la miseria e la tortura che ha attraversato per tutta la vita chiedendosi che potrebbe aver commesso. Come il padre di Kafka, Gregor è risentito e non lo sostiene, soprattutto dopo la metamorfosi.
Tale risentimento alla fine lo porta alla morte quando suo padre lancia una mela che si è bloccata e marcisce sulla sua schiena.
UN’INTENZIONE NON COMPRENSIBILE.
In questo romanzo di Kafka, il realismo magico può essere rilevante per i lettori invitandoli a leggere oltre e altrettanto frustrante per la sua ambiguità. La capacità di cogliere il contenuto del realismo magico è per lo più ostacolata dalle stesse componenti che attraggono i lettori. Sebbene il romanzo “la Metamorfosi” sia scritta in un linguaggio facilmente comprensibile, ma con un’intenzione non comprensibile.
La sua scrittura è una specie di parabola che solo lui può capire e interpretare. Non dà alcuna spiegazione per l’introduzione del surrealismo all’inizio del romanzo. Questa forma di reticenza autoriale evidente nella “metamorfosi” non solo suscita suspence e voglia leggere oltre, ma porta anche confusione nel tentativo di comprenderne il motivo.
( Fusione tra realtà e fantasia nel Realismo magico).
IL REALISMO MAGICO DELL’AMERICA LATINA.
C’è una sensibilità continentale in cui viene assorbita una tradizione letteraria di vitalità più o meno continua. Forse la più grande del secolo scorso è stato il Realismo magico dell’America Latina. Principalmente, quasi esclusivamente, nella forma dei due grandi romanzi di Gabriel Garcia Marquez: “Cent’anni di solitudine” e “L’autunno del Patriarca”. Ci sono altri praticanti dello stile in America latina. E una di loro, Isabel Allende, ha avuto un notevole successo non solo negli Stati Uniti, ma anche in Europa.
Certamente il lavoro di Garcia Marquez è stato il più potente e impegnativo. Insieme a quello di Mario Vargas Llosa. A rigor di termini, quest’ultimo potrebbe non essere un esponente del Realismo magico. ( non che la forma sia sufficientemente fissa da consentire il rigore), ma la sua portata, i suoi scopi, e i suoi effetti occupano parte dello stesso territorio.
Il territorio potrebbe essere descritto come lo sforzo di consegnare, a livelli simultanei di conscio e subconscio, la realtà di una società infinitamente mista. Comprendente tradizioni indigene e coloniche, entrambe fondate su una storia che non è passata ma presente. E i cui elementi sono ancora dolorosamente inconciliabili tra loro.
( Fusione tra realtà e fantasia nel Realismo magico).
LA MAGIA E’ NEGLI OCCHI DI CHI LA GUARDA.
Gabriel Garcia Marquez, così come Isabel Allende e Jorge Luis Borges sanno benissimo che la magia è negli occhi di chi la guarda. E dunque, tratteggiano universi senza tempo, silenziosi e sghembi. Il realismo magico di questi autori è innanzitutto mitologia popolare: i loro personaggi considerano il soprannaturale – la cartomanzia, gli infusi magici, gli spiriti – come un fenomeno quotidiano.
Paradossalmente, questa mitologia compare in un’opera di non-fiction come l’autobiografia del cantore argentino Atahualpa Yupanquil El Canto del Viento. Egli racconta di come la sua vita e le sue opere si muovano in un continente incantato, dove è la Pampa a dettare le storie. E dove è compito dell’uomo raccoglierle e trascriverle.
È questo il filo che conduce l’umile cantore della milonga solitaria al Gargano, dove Mattero Salvatore ( cantastorie analfabeta) accumulò, ripropose e rese celebri i canti dolorosi e magici del Meridione.
Negli anni sessanta-settanta il suo lavoro suscitò l’ammirazione e l’interesse di una vasta schiera di intellettuali, tra cui Italo Calvino e l’etnologo Ernesto De Martino.
Proprio De Martino diede un contributo immenso alla sua raccolta e trascrizione della mitologia meridionale. Riportando e analizzando, nella sua opera “Sud e Magia, i rituali e le credenze di Puglia e Basilicata”. Il Rito, la Formula magica, la Fattura, sono raccontati come fattori quotidiani della vita di un’intera collettività, e la comunità diviene erede e portavoce di tradizioni secolari.
( Fusione tra realtà e fantasia nel Realismo magico).
LE SAGHE FAMILIARI..
È probabilmente questo il motivo per cui i maggiori capolavori di questo genere siano saghe familiari come per “Cent’anni di solitudine” e “La casa degli Spiriti”. I personaggi di queste opere hanno accumulato i destini e le leggende dei loro antenati e le trascinano con sé. Proprio per questa ragione hanno un ruolo nevralgico i diari e gli scritti del passato.
Il romanzo di Marquez si sviluppa e trova compimento nei libri di profezie dello zingaro Melquiades. Mentre quello di Isabel Allende si realizzerà nei manoscritti della matriarca Clara, la chiaroveggente. Il romanzo della scrittrice cilena rappresenta un meraviglioso esempio di realismo magico. In quanto la vicenda si intreccia con la storia del suo paese, con il golpe di Pinochet nel 1973, l’inizio del regime militare e la crudele repressione delle opposizioni politiche.
In questo scenario di modernità, la magia non perde colore. E quand’anche personaggi come Esteban Trueba o i suoi figli sembrano presi dalla cruda realtà per dare importanza ad apparizioni e spiriti, ecco che subito sono immersi nuovamente nell’incanto usuale.
( Fusione tra realtà e fantasia nella letteratura del Realismo magico).
UN ILLUSTRE PRECEDENTE.
Questo rapporto con lo straordinario ha un illustre precedente nell’opera kafkiana, in particolare nei temi dello straniamento e del perturbante. Nessuno, ne- La Metamorfosi, si domanda perchè il commesso viaggiatore Gregor Samsa si sia incredibilmente trasformato in un insetto.
I suoi familiari e il Procuratore vivono il suo mutamento in maniera ordinaria, interessati piuttosto al fatto che Gregor ritorni al più presto a lavoro. Kafka riesce, in questa maniera, in un duplice intento:. Concentrarsi esclusivamente sull’alienazione e sulla solitudine del protagonista. E anche creare il senso di turbamento e ansia che spinge il lettore a proseguire il racconto.
Il realismo metafisico kafkiano, questa costante presenza di allegorie vuote, sarà una delle principali fonti di ispirazioni per Jorge Luis Borges. Lo scrittore argentino farà raggiungere alcune delle più alte vette della letteratura sudamericana con i suoi racconti brevi.
Basta pensare a La Biblioteca di Babele, simbolo della natura informe e caotica dell’universo e del destino. O a “Historia de los dos reyes i los dos laberintos” in cui la vendetta di un re . – imprigionato e umiliato nel ricco labirinto di un sovrano straniero – sarà condurre il suo nemico nel deserto, “Labirinto senza porte né muri”.
Scorrere le pagine di Borges è come muoversi dentro i quadri di Giorgio De Chirico. Tra personaggi manichini, paesaggi scarni e primordiali e, soprattutto, nella costante attesa dell’Altro.
Leggi anche: “Denaro falso di Lev Tolstoj: dalle tenebre alla redenzione“
Nella poesia di William Wordsworth l’incontro con la Natura.
Visioni gotiche nel romanzo di Antonio Fogazzaro “Malombra“

