
Distinzione tra sofferenza e dolore.
Il riscatto delle vittorie spirituali, quasi inevitabilmente, è sofferenza. Ma anche qui tutto dipende dalla qualità della sofferenza o, potremmo dire, da ciò di cui si alimenta la sofferenza. Può essere alimentata da una volontà di vittoria sul dominio dell’ego, o da un’ostinata decisione da parte dell’ego di ottenere il controllo su qualsiasi cosa sfidi il suo potere. O persino da un sentimento di disfatta ed impotenza, che in qualche caso può rivoltarsi in una volontà semicosciente di distruzione volontaria. Dobbiamo fare distinzione tra sofferenza e dolore.
Ogni organismo vivente sperimenta il dolore quando qualche funzione vitale o l’integrità del corpo sono disturbate. La natura infligge dolore a tutti gli organismi viventi che sono preda dei suoi processi più o meno violenti. L’implacabile legge della Biosfera – “divora o sei divorato2 – produce dolore dappertutto. Un dolore che in certe condizioni, anche nel regno vegetale può essere condiviso da altri organismi che vibrano in simpatia. ( Risonanza di Schumann o frequenza della Terra).
Anche gli esseri umani sperimentano il dolore fisico in circostanze naturali che influenzano il sistema nervoso. Ma con la sofferenza noi raggiungiamo un altro livello di sensazione, perchè soffrire implica una coscienza più o meno individualizzata del dolore. ( non solo percepita fisicamente, ma del dolore riferito ai desideri personali gli obiettivi, le aspettative, e la potenzialità della espansione personale e della crescita spirituale della singola persona).
Quando un individuo recide la sua schiavitù alla propria società e al ritmo istintivo della sua partecipazione alla natura, quando egli dà la priorità allo sviluppo della mente e del potere sociale, del prestigio, della fama e del benessere in una società competitiva,. Senza considerare il danno che farà all’armonia naturale e al ritmo costante delle sue funzioni biologiche e delle spinte emotive, egli provoca sofferenza.
(Distinzione tra sofferenza e dolore).
FUORI DAGLI INGRANAGGI TRADIZIONALI.
Colui che sta perseguendo la Via transpersonale ed è definitivamente pronto e deciso ad entrare nel Sentiero della trasformazione totale – deve aspettarsi ugualmente di compiere il percorso avendo come sua compagna la sofferenza. Egli è deliberatamente entrato in un processo di transizione. Ha collocato se stesso “Fuori dagli ingranaggi tradizionali” per poter cambiare in un ingranaggio più elevato. E molto raramente questo cambiamento è senza intoppi perché, a differenza di una macchina ben progettata, ogni posizione degli ingranaggi resiste al cambiamento. ( Transizione Planetaria o Salto Quantico).
Invece di qualche tipo di lubrificante che faciliti lo spostamento, ciascun meccanismo è circondato da una massa di particelle che si oppongono al mutamento. Il risultato è una confusione spesso stridente e potenzialmente distruttiva, specialmente se non vi è qualche guida a sostenere il neofita.
Ogni transizione tra due stati genera sofferenza. E la sofferenza è ancora più grande la paura l’attaccamento al passato, o un’ansia esuberante di primeggiare, creano le tensioni, conflittualità interiori o false aspettative in tale processo. Questo è di gran lunga lo stato più comune degli avvenimenti nel nostro mondo di oggi. L’individuo della società occidentale è coinvolto in un processo collettivo di transizione. La transizione storica fra lo stato arcaico e tribale del vivere secondo natura, in sintonia con i ritmi della Biosfera. Uno stato in cui l’intera tribù ha una psiche comune e una volontà comune quando si trova ad affrontare le questioni di base. E lo stato di un’individualizzazione almeno relativa di ogni persona teoricamente indipendente, responsabile della propria crescita verso un tipo di ideale trascendente.
(Distinzione tra sofferenza e dolore).
FUORI DALLA RUOTA DEL SUCCESSO SOCIALE O DEL FALLIMENTO.
L’individuo che procede sulla Via transpersonale non solo può sperimentare tutta la sofferenza che prima o poi questi sentimenti provocheranno a livello psichico e psicosomatico. Ma egli è uscito, almeno parzialmente, fuori dalla ruota del successo sociale o del fallimento, entrando in un altro tipo di transizione radicale. Nel profondo della sua coscienza ha abbandonato i livelli biologici e sociali ai quali la sua volontà non può più funzionare esclusivamente e naturalmente.
Tuttavia, agisce ancora come un organismo biologico e, per quanto possa negarlo è ancora condizionato dalla cultura che gli ha fornito un linguaggio specifico e modelli di pensare e percepire e la condotta. Poiché egli vive ancora tra gli uomini. Tre livelli di coscienza, di attività e di volontà manifestano il proprio linguaggio nel discepolo sul Sentiero. Come può esimersi dallo sperimentare discordie e sofferenze interiori finchè non abbia, come dicono i buddhisti, raggiunto “l’altra sponda”? Una traversata piena di difficoltà.
(Distinzione tra sofferenza e dolore).
SORGE SEMPRE UNA NUOVA ALBA.
Dobbiamo essere sempre pronti ad accettare l’imprevisto, il miracoloso. Non dobbiamo mai sentirci completamente sconfitti. Sorge sempre una nuova alba, in qualche modo diversa da ogni precedente alba, ma dobbiamo avere fede. La fede è l’insindacabile ed intuitiva sensazione, anche se intellettivamente inspiegabile, che ci fa realizzare di essere circondati dall’Oceano dell’Infinita Potenzialità.
Viviamo, ci muoviamo, e in esso abbiamo il nostro essere, ma la maggior parte di noi rifiuta di sentire, rifiuta di vedere, talmente siamo coinvolti nella nostra frenetica agitazione, le nostre paure, la nostra concentrazione masochistica su quanto soffriamo. Questa sofferenza è inutile e si ripete all’infinito.
Dobbiamo indirizzare la nostra coscienza verso questo mare interiore e cercare di percepire la fine di un ciclo di esperienza che pacificamente si muove nell’inizio. Anche se ancora impreciso e non focalizzato. Ma è l’inizio di un nuovo ciclo. Abbiamo il dovere di osare di richiamare l’altare e il sacrificio. E il profumo dell’olocausto del nostro passato e anche delle memorie più fragranti arriverà agli dèi. Gli dèi risponderanno poiché sono le forme raggianti che le forme raggianti che le nuove potenzialità attirano quando esse appaiono ai nostri occhi aperti. Saranno i nostri luminosi domani, qualora accettassero di discendere e nascere nell’intimità del nostro essere.
Queste parole possono risuonare simboliche, mistiche ed estranee al lettore la cui coscienza è intrappolata nei grovigli apparentemente senza speranza del vivere moderno in città. Ma ognuno deve trovare la possibilità di tradurre la loro universalità nel linguaggio particolare delle proprie circostanze personali.
(Distinzione tra sofferenza e dolore).
LA VOLONTA’ DI RICOMINCIARE DACCAPO.
Non dovrebbe essere difficile pensare alle persone che abbiamo incontrato, le quali, in vite precedenti o a metà della nostra vita attuale si stanno confrontando o si sono confrontate con una crisi che altera radicalmente il modello delle loro vite:. La morte improvvisa o dolorosa del proprio partner, un divorzio, una malattia o un incidente, la perdita della casa, ecc. non c’è mai fine per le crisi che per ogni persona arrivano in circostanze diverse. Ma hanno tutte in comune una cosa: provocano in noi il desiderio, il potere dell’immaginazione e la volontà di ricominciare daccapo. ( Un progetto di educazione trascendente: Reincarnazione).
Possiamo rifiutare la sfida e, nell’acuta sensazione che ora la vita è diventata vuota e priva di significato, stabilire di morire più o meno confortevolmente. Forse a scapito dei soldi o della ricchezza di qualcun altro, prendendoci probabilmente un’inconscia rivincita sugli altri per la nostra perdita di fede. O potremmo andarcene in qualche località della California a goderci della luce del Sole e proiettandoci verso qualsiasi divertimento e svago possibile. Se lo facciamo, lasceremo che la nostra energia, il talento, il benessere e il potere si sprechino! Ma dobbiamo capire che queste circostanze di difficoltà si sono riversate su di noi semplicemente e soltanto per offrirci la rinascita!
(Distinzione tra sofferenza e dolore).
LA SOFFERENZA COME OCCASIONE DI RINASCITA.
Chiunque non sia nato di nuovo con una fede nuova e un senso nuovo di potenzialità dopo una crisi fondamentale, ha accettato la sconfitta. Dobbiamo concepire le tribolazioni della vita e la sofferenza come occasione di rinascita. Ritornare allo status quo a ai “confini della prima guerra” o “ai buoni tempi antichi”, è una sconfitta anche se celebrata con sfarzosità come fosse una vittoria. Il Figliuol prodigo è ritornato a casa – con che cosa? Per che cosa? Non mi riferisco alle ricchezze e ai tesori, ma a come egli sia tornato trasformato, radicalmente e permanentemente.
Sì, la sconfitta è la sola parola per questi revival di fantasmi, questi compromessi politici ed internazionali da parte di menti legaliste, i “vecchi uomini” privi di fantasia, i timorosi sostenitori dei privilegi. Quante sconfitte del genere abbiamo visto dopo le tragiche crisi delle nostre Guerre mondiali, nello sfacelo della politica nel vicino Oriente e nel materialista Occidente? È lo stesso tipo di sconfitta che i nostri psichiatri hanno perpetrato in passato con i metodi chirurgici (lobotomia). O, respingendo, meno irrevocabilmente ma con lo stesso atteggiamento, le energie di una mente risvegliata che esplode, nella sottile camicia di forza del conformismo:.
“Tu ora torni a casa, sarai molto buono e sorriderai dolcemente. Non sarà molto piacevole, ma tu sai che significa vivere nella società”. E così un’altra crisi sarà inutile, un’altra guerra combattuta senza alcun motivo… O forse per aprire la strada ad un conflitto ancora più esteso tra forze adeguatamente schierate, come avvenne sul campo di battaglia di Kurukshetra circa 5000 anni fa!
(Distinzione tra sofferenza e dolore).
LA VIA ALLA CRISI PIU’ TOTALE.
Gesù venne a portarci la spada della separazione! Il Cielo dentro di noi, del quale Egli parlò, è il campo di potenzialità infinite e di abbondanza creativa. Egli venne per “battezzare con il fuoco”. La sua pace apparente era di scoraggiamento verso tutti i fantasmi. Ci disse di abbandonare e di aborrire tutto quello che il conformismo del suo tempo e della Sua razza insegnavano a venerare. Quindi, di prenderci la nostra Croce e seguirLo. Era sua la via alla crisi più totale; e potenzialmente alla vittoria più completa.
La Chiesa, come ha ostinatamente incoronato il Suo Nome per poi crocifiggerlo di nuovo durante tre lunghi cicli di inferno sulla Terra così è probabilmente destinata a finire.( vediamo il cattolicesimo oggi in grande difficoltà: nella sua più alta istituzione interna, e nel suo intreccio dottrinale dogmatico). Questo perchè albeggia la Nuova Era: l’Era del risveglio, della conoscenza, quella vera, e quindi l’abbandono di vecchi sistemi di pensiero che non hanno più motivo di esistere. ( La Nuova Era dell’acquario: l’età dell’oro).
È soprattutto la religione, che ci ha resi paurosi, perchè ha dipinto Dio come un personaggio terribile. E ci ha nutriti forzatamente di passionali emozioni di colpa, senso del peccato e impotenza spirituale. Oggi, le Chiese razionali e sociali che umanizzano Gesù, rimpiazzano un tipo di impotenza con un altro, un tipo di conformismo con un altro!
ABBIAMO BISOGNO DI CORAGGIO.
In questi tempi attuali, pieni di fermento e risveglio, voglia di nuovo e di scappare dalla matrix in cui da secoli l’umanità è ingabbiata, abbiamo bisogno di coraggio. Il coraggio di aver fede nell’inalienabile diritto e responsabilità e dimenticare i fantasmi. Coraggio di affrontare le spaventosi tenebre della Notte dell’Anima nella certezza dell’alba.
Abbiamo bisogno di coraggio per permettere al nostro ego e alla nostra coscienza di essere levigati come una lente nella sua forma perfetta che renderà possibile alla luce della nuova potenzialità di focalizzare, esattamente, fattivamente e accuratamente, il nucleo dell’essere. E quindi essere emanata nell’amore per tutti. Coraggio, fede e, attraverso l’intero percorso, amore e chiarezza di mente:. Questi sono i requisiti necessari a chiunque abbia l’ardire di entrare nel Sentiero, il sentiero della trasformazione sempre rinnovata sia nella sofferenza sia nel dolore.

