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FILOSOFIA

Dal percettivo al razionale: cammino verso la consapevolezza.

Nucleo centrale del pensiero di Pietro Ubaldi è il senso dell’evoluzione umana che si contraddistingue in un movimento progressivo, dal percettivo al razionale, quale faticoso incessante cammino verso la consapevolezza. Verso la Meta, verso Dio, per squarciare il velo illusorio della materia.

Nella comprensione di tale processo ci può aiutare la sua visione dell’uomo evoluto, quale via verso il “supercosciente”, come percorso di maturazione dell’essere umano. Un essere umano cui spetta farsi accogliente e cosciente, nella consapevolezza che la coscienza è una più profonda formazione interiore.

Ubaldi delinea un vero e proprio cammino della coscienza, che dal piano percettivo si porta a quello razionale, per poi edificarsi a livello etico, sino ad elevarsi sul piano mistico. E in tale prospettiva che la distinzione tra subcosciente, cosciente e supercosciente mostra la sua efficacia. In tal senso, l’uomo può determinare il proprio libero destino in forza di questo dinamico rapporto tra passato presente e futuro.

Il subcosciente, infatti, contiene e riassume tutto il passato, mentre il “supercosciente” rappresenta l’avvenire in embrione, nell’attesa del suo sviluppo. In tal senso tutto è crescita e sviluppo evolutivo, si tratti del corpo come dell’anima, si tratti di una conquista individuale come di una sociale. Innanzitutto, quindi, il valore della formazione umana, nel suo richiedere un processo di maturazione. Tale processo, per Ubaldi, si fonda sulla “macerazione”. Macerarsi, non logorarsi, dato che attraverso la consapevolezza e il dolore, quale fatica dell’ascendere, si affina la coscienza.

(Dal percettivo al razionalecammino verso la consapevolezza).

LA VERA VISIONE SIA OLTRE IL CERVELLO.

In tale processo di consapevolezza si costituisce l’atteggiamento propulsivo dell’uomo evoluto. Propulsivo, perchè costituito da energia vitale rinnovantesi, ma anche prospettico in quanto rivolto in avanti, verso l’orizzonte dell’avvenire. L’uomo evoluto, per questo, rappresenta colui che cerca di comporre la fede, che guarda dentro, e la scienza, che guarda invece fuori. Si tratta sempre di uno sguardo, tale che la vera visione sia oltre il cervello. Attraverso lo spirito e nello spirito, dato che solo lo spirito dice io”.

In questa progressione evolutiva l’istinto è opera già compiuta, la ragione permette di rendere coscienti, mentre l’intuizione è addetta ai superamenti. Si tratta di una scalata di pensiero, dove la comprensione procede per vie sinergiche, attraverso il percepire, il conoscere e l’intuire. Tale processo si incentra nel metodo intuitivo, in quanto – differentemente dal metodo razionale che, attendendo conferme sperimentali, ha ripugnanza a concludere – riesce ad afferrare le conclusioni per “captazioni successive”, in un numero e forme di combinazioni infinite.

Attraverso l’intuizione o l’ispirazione si potrà passare dalla “fase razionale”, analitica e separatista, ad una fase mistica. In cui il metodo dell’espansione totalitaria ci porterà alla costruzione di una coscienza unitaria. Considerando che il bisogno essenziale della vita è quello dell’espansione e che le leggi dell’evoluzione spirituale tendono all’unificazione attraverso le forme dell’armonizzazione. ( Forme della Medianità: veggenza, psicometria, intuizione).

(Dal percettivo al razionale: cammino verso la consapevolezza).

ISTINTO DI COMPLETAMENTO E LOTTA PER LA VITA.

In questo processo formativo, che va verso la formazione di un tutt’uno di coscienza cosmica, l’uomo nasce incompleto, in quanto binomio:. Anima e corpo, materia e spirito. Da qui l’incessante ricerca e la consapevolezza di esser partigiano, ossia un essere consapevole di vedere solo una parte del vero. E quindi cosciente di combattere il suo contrario per istinto di completamento, in quella che diventa la salutare lotta per la vita.

Da tale imperfezione congenita discende la continua ricerca del proprio completamento. In questo processo avviene l’evoluzione di coscienza, tramite il sentirsi parte di un tutto sempre più ampio. Solo nel sentirsi parte di un tutto, infatti, attraverso la lotta per la vita, solo allora si apre la via dell’evoluto, e l’uomo etico è l’uomo in evoluzione. In tal senso, le avversità si presentano come “palestra di addestramento”, e la maturazione avviene non solo per conoscenza, bensì soprattutto per “maturazione biologica”. ( Evoluzione planetaria. Antropologia esoterica).

In questo siamo oggi agevolati dai mezzi di comunicazione di massa, che stanno determinando un mescolamento permanente:. ”Tutto ciò amalgama, unifica, sopprime differenze di lingua, di idee, di razza, fa cadere barriere etniche, economiche, politiche, religiose, e porta verso il futuro stato organico”. L’uomo evoluto rappresenta, quindi, colui che riesce a cogliere l’universo come legge ed ordine, andando di là dell’apparente caso ed arbitrio. Non a caso l’universo viene da Pietro Ubaldi considerato anche come un principio logico. In questa prospettiva ampia il dolore stessi s trasforma, diventando un mezzo per raggiungere la felicità. In quanto è reazione salvatrice. Da qui la funzione redentrice del dolore stesso e la valenza edificante del Cristo- definito il biotipo dell’avvenire – nel permettere, con la Sua testimonianza ed esemplarità, l’auto-redenzione. ( Cristo Messia e Creatore dell’Universo).

(Dal percettivo al razionale:  cammino verso la consapevolezza).

LA TEORIA DEL SISTEMA. LOTTA TRA DUE CONTRARI.

Al fine di comprendere meglio la caratteristica dinamica dell’uomo etico, è necessario riferirsi al-la Teoria del Sistema, che considera lo spezzarsi del sistema unico dell’universo in due:. Il sistema e l’anti-sistema, quali aspetti della unitaria dinamica della vita. Da qui la positiva e costruttiva lotta tra due contrari, corrispondete allo stesso dinamismo esistente tra materia, energia e Spirito.

La tensione verso l’unità è così individuata da Pietro Ubaldi attraverso la lotta tra due contrari, tale che l’esistenza si mostri per emersioni progressive. Tali emersioni storiche si presentano in termini ciclici e dinamici, ma sempre unitari, come una spirale che si amplia o si respinge, a seconda degli inversi periodi di espansione e contrazione. Per questo la lotta incarna l’essenza della vita, quale mezzo di ascensione corrispondente ai vari livelli di esistenza, per trovare il suo vertice nella lotta spirituale. Che è lo scopo vitale del “superuomo”, che persegue giustizia e si innesta nelle dinamiche delle forze cosmiche. ( L’oltreuomo di Nietzsche non è nazista ma il Sole della nuova Era).

In tal senso egli sostiene che il Sistema, contro tutte le resistenze dell’anti-sistema, è sempre costruttivo. Intendendo per “Sistema”, l’insieme di tutto ciò che è stato creato da Dio. E che per quest’effetto della creazione è gerarchicamente ordinato, mentre per l’Anti-Sistema l’insieme delle forze involutive e negative, prodotte dalla “caduta” degli angeli, dovuta alla mancanza di conoscenze delle conseguenze della rivolta.

È all’interno di tale dinamica che si sviluppa la coscienza, in quanto graduale acquisizione della coscienza dell’ordine e della Legge di Dio, dato che il “processo evolutivo” consiste in una graduale costruzione di ciò che fu distrutto. Consiste nel riordinamento del caos nella disciplina della Legge di Dio. Gli elementi componenti rimangono gli stessi, ma muta la posizione reciproca. Il progresso consiste nel coordinarli, portandoli ad esistere in unità organiche sempre più vaste, complesse, perfette. Ed è in tale procedura che avviene la complessa e laboriosa trasformazione della personalità, nell’ascendere da un piano di vita ad uno più alto:. “Questo resuscitare dell’Io dalle profondità dell’anti-sistema in cui si era crollato, questo può ridestarsi dal letargo dell’incoscienza, in cui si era addormentato. È un processo di trasmutazione che ha il valore di vera rivoluzione biologica.

(Dal percettivo al razionalecammino verso la consapevolezza).

VISIONE DELLA TOTALITA’.

Quello di Pietro Ubaldi è un sistema onnicomprensivo, colto per via intuitiva, in cui la vita, l’universo, l’amore e l’evoluzione risultano compresenti nella “Legge di Dio”. Quindi, è nel cogliere la Legge di Dio che ci si ritrova e ci si alimenta. Questa via è una via di amore e di impegno. Per questo, Ubaldi sostiene che: “Chi lavora nel bene ascende, dilata se stesso”. In tale ascensione biologica scienza e fede non vengono più ad opporsi, bensì arriveranno a convergere nella visione della totalità. Che rappresenta una sintesi dinamica rinnovantesi.

Per questo l’evoluzione è definita come “la più alta psicologia di collaborazione evangelica”, quale ambiente più elevato che la scienza ha preparato. Non si tratta, tuttavia, di un’evoluzione rettilinea, bensì di un fenomeno evolutivo. Che si può comprendere ed ammettere solo come controparte di un inverso processo involutivo, causato dalla creatura, che pur doveva essere libera”.

In questa libertà Ubaldi individua la perfezione dell’essere umano in quanto, entro i limiti della propria individualità, ogni uomo è chiamato a farsi cosciente e responsabile, potendo liberamente dirigersi ed imparare anche attraverso la correzione. Per questo ogni uomo è artefice del proprio destino, compiendo la fatica di creare se stesso:. “Deve scolpire la grande opera dello spirito nella rozza materia della vita. Sua deve essere la fatica del superamento biologico e della liberazione dalla più bassa legge del mondo; e suo sarà il trionfo dell’ascensione spirituale nel campo di tutti i valori umani”. ( Resurrezione e Ascensione: differenza concettuale).

(Dal percettivo al razionale: cammino verso la consapevolezza).

LA CENTRALITA’ DI DIO IN TUTTO.

In questo Pietro Ubaldi vede il superamento della condizione dell’uomo della massa, per il quale non vi è posto per una morale pi+ elevata di quella del proprio tornaconto, dove trionfa il machiavellismo. Colui che, invece, segue la Legge di Dio, persegue la via dell’evoluzione, non cercando l’immediato appagamento, bensì avanzando con onesta fatica. In questo percorso si scopre la centralità di Dio in tutto, dato che il sistema è centripeto, differentemente dall’anti-sistema che è centrifugo.

Rispetto all’atteggiamento egocentrico dell’involuto, l’evoluto vive a livello spirituale, aprendo verso mondi superiori le porte dell’anima. L’uomo evoluto è per questo colui che intravede “Una nuova etica internazionale”, in forza di un processo di spiritualizzazione, nel progressivo avvicinamento della fede alla scienza e viceversa. Si tratta di un lento, sofferto, consapevole ritorno all’unità, da parte di tutti i frammenti di cui l’Uno si è polverizzato. In tal senso Ubaldi vede nell’uomo evoluto “un antesignano dell’uomo del nuovo mondo, dato che l’uomo attuale è analitico. Vede le cose dalla Terra e dal piano fisico, che egli scambia per realtà”. Diversamente, l’uomo evoluto scorge in tutto la presenza della Legge di Dio, progredendo nella gioia e nel bene, attraverso il liberarsi delle forme inferiori di esistenza, col realizzare progressivamente il pensiero d’amore di Dio. ( Un’Etica della responsabilità: l’imperativo morale di Hans Jonas).

RECUPERARE IL SENSO DELL’ARMONIA.

L’uomo evoluto si caratterizza, pertanto, come colui che tende ad armonizzarsi: il compito diventa quello del recuperare il senso dell’armonia. Non a caso il sistema e l’anti-sistema sono da Ubaldi considerati come parte dello stesso sistema, e la dualità è accolta dentro la sua concezione di un monismo dialettico. Tutto è, infatti, concepito e compreso all’interno del processo spirituale di evoluzione, ce è accentuazione del senso della vita:. “l’evoluzione è una spiritualizzazione, cioè un ridestarsi della vita dello spirito che è interiore, è per un acutizzarsi, un precisarsi e un perfezionarsi della sensibilizzazione”.

L’uomo evoluto è un ricercatore: non si è evoluti da soli od in quanto tali. Lo si è di volta in volta, attraverso e nelle condizioni della vita con cui ci si viene a trovare e confrontare. Per questo si tratta di un diverso modo di porsi:. Quello dell’involuto si riferisce al suo benessere ed al suo esclusivo tornaconto (egoismo), seguendo dei parametri coerenti con l’utilitarismo individualistico, mentre quello dell’evoluto persegue organicità fino a recuperare il senso dell’armonia.

FONTE: dagli scritti di Pietro Ubaldi.

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