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Compagni nella Creazione: i gatti di Benedetto XVI

Come ogni amante degli animali, il volto di Benedetto XVI , l’uomo di Dio che amava i gatti, si illuminava e la sua mano si allungava alla vista di un soffice felino. Anche quando quel morbido fascio di pelo era un cucciolo di leone portatogli dai circensi in Vaticano. I suoi commenti su come gli animali devono essere rispettati poiché “compagni nella Creazione” gli hanno fatto guadagnare un punteggio elevato tra i gruppi per il benessere degli animali. Tra cui la Humane Society degli Stati Uniti e People for the Ethical Treatment of Animals.

Poiché è noto che i gatti percepiscono l’avvicinarsi di chi li ama, i pelosetti vaticani sciamavano intorno a lui. Ad esempio, un giorno dopo aver celebrato la messa in una piccola chiesa vicino alla Basilica di San Pietro, l’allora cardinale Ratzinger si recò al cimitero della chiesa, che era pieno di gatti – racconta Konrad Baumgartner, testimone oculare e teologo, a Knight Ridder nel 2005. “Corsero tutti da lui, lo conoscevano e lo amavano”.

Un collega cardinale che ha lavorato sotto il futuro Papa della Congregazione per la dottrina della fede lo ha ritratto come una specie di dottor Doolittle. “Ho cercato di capire il linguaggio che usava con i gatti, che restavano sempre incantati quando lo incontravano”.

(Compagni nella Creazione. I gatti di Benedetto XVI).

NELLA CAMPAGNA BAVARESE LA BELLEZZA DELLA CREAZIONE.

Il fatto di essere Papa, però, gli impediva questi incontri quotidiani. Eppure teneva un gatto di ceramica bianca accovacciato accanto a un’icona d’argento della Madonna. Sulla sua grande scrivania negli appartamenti papali. Lui e suo fratello, Mons. Georg Ratzinger, hanno anche collezionato piatti con immagini di gatti. Il suo amore per le creature e la natura, è nato grazie alla sua infanzia ludica nella campagna bavarese a contemplare la bellezza della Creazione.

Nella cittadina di Aschau Am Inn, la sua casa d’infanzia, ha sperimentato la bellezza della creazione. Camminava e andava in bicicletta sulle colline e montagne circostanti e giocava con gli animali allevati dai suoi vicini. Raccontava Ratzinger “Ho persino allevato le mucche, che mi hanno avvicinato alla Natura, ed è stato importante per me questa esperienza con le creature di Dio, compagni nella creazione e legarmi agli animali”.

Quando in seguito costruì una casa a Pentling, vicino a Ratisbona, divenne subito amico del gatto arancione del vicino, Chico, che spesso si aggirava nel suo giardino. Il vicino, Rupert Hofbauer, ha raccontato di avere anche un cane, Igor, che girava nel giardino, “ma il Cardinale perferisce Chico.”.

Quando l’amico di Chico divenne famoso come ‘Papa’, il “katz” tedesco divenne il narratore surrogato di una biografia papale nel libro per bambini “Joseph and Chico: The life of Pope Benedict XVI as Told By a Cat”.

Dopo il pensionamento del Papa, vivere al Monastero Mater Ecclesiae nei Giardini Vaticani significava trasferirsi nel rifugio dei gattini. Il buon numero di gatti amichevoli e ben curati della zona – tra cui Contessina, una femmina in bianco e nero spesso fotografata- significava finalmente essere tornato tra i suoi amici felini.

( Compagni nella Creazione. I gatti di Benedetto XVI)—Marktl, 16 aprile 1927- Città del Vaticano, 31 dicembre 2022).

Fonte : https://thebostonpilot.com/index.html

IL RAPPORTO SPECIALE CON I GATTI ROMANI.

Uno squarcio di questa passione ci viene testimoniata dal Cardinal Tarcisio Bertone che per sette anni ha lavorato gomito a gomito con lui in curia. Intervistato dal settimanale “Famiglia Cristiana”, ha raccontato di Benedetto XVI il rapporto speciale con i gatti romani e questa sua abitudine di portare loro da mangiare. Un’abitudine che lo accomuna a moltissimi gattari della capitale. “I gatti sono un suo grande amore”, ha dichiarato il cardinale Bertone nell’intervista. “Parlava con i gatti, si fermava e diceva qualche cosa in tedesco, probabilmente in dialetto bavarese. Portava sempre qualcosa da mangiare ai gatti e se li tirava dietro nel Cortile della Congregazione”.

Sul rapporto di Papa Benedetto XVI con i suoi amati felini circolano già molte storie. Sfatata la leggenda della presenza di un atto di casa anche nel suo ex appartamento, in piazza della città Leonina. L’ha dichiarato la sua governante, Ingrid:. “Non abbiamo gatti”.

Sono già in molti a raccontare di averlo incontrato insieme ai suoi protetti, fi n dietro i cancelli del Vaticano. Pare che il suo arrivo con un piccolo corteo di gatti che gli si era radunato intorno era talmente alto che una delle Guardie gli si era fatta incontro ed era sbottato:. “Eminenza, ma che fa, sta organizzando l’invasione dei gatti in Vaticano?”.

I gatti di Benedetto XVI, i compagni nella Creazione, ora son rimasti orfani come tanti cattolici che in lui e solo in lui hanno continuato a vedere il vero Pontefice anche dopo dieci anni dal suo ritiro. Non hanno mai riconosciuto il suo sostituto Francesco, al Trono di Pietro. Ma di certo Benedetto ora è in una dimensione di Luce, lontano da tutte le polemiche e le diatribe in cui si dibatte il cattolicesimo da qualche tempo a questa parte.. E’ lì dove può, liberamente giocare e gioire con i suoi preziosi amici. Nessuna Guardia a riprenderlo, sarà semplicemente Joseph, un’anima che tanto ama Dio e tanto ama la Sua creazione.

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