
Alla ricerca della felicità: l’uomo perenne insoddisfatto.
Da quando è apparso sulla Terra, l’uomo è costantemente alla ricerca della felicità. Il suo unico proposito è quello di ottenere gioia e appagamento. È per amore della felicità che si sposa e ha i figli, si dedica alle arti, alle scienze e rincorre ogni sorta di divertimento. Esplora la Terra e viaggia persino su altri pianeti ( almeno ci prova…). Il progresso tecnologico è il risultato della ricerca della pace interiore. Ma egli continua ad essere infelice. Possiamo definire l’uomo perenne insoddisfatto.
Dopo aver raggiunto il benessere materiale e aver sperimentato i piaceri delle forme esteriori, l’insoddisfazione permane e sembra destinata a non finire. La mente umana è inappagabile: più ottiene, più vuole avere. Dopo averle dato tutto, è come se non le aveste dato niente, per cui la vita diventa angosciosa, arida e triste. Abbandona le false soddisfazioni attuali per conseguire ulteriori appagamenti, passa da un oggetto all’altro sperando di trovare vera felicità. Questa sua implacabile scontentezza crea problemi senza fine, ansia e delusione. La mente è irrequieta, piena di desideri, in quanto non ottiene il vero oggetto desiderato. Se lo trovasse, smetterebbe di mendicare e soffrire, diverrebbe tranquilla e non ci importunerebbe più con continue richieste.
Non comprendendo l’esatto scopo dell’esistenza, l’uomo avverte una profonda insoddisfazione; un sentimento di incompletezza, di essere privo di qualcosa, alberga costante nella sua memoria. Quindi continua a far propri attaccamenti e sensazioni per riempire il vuoto di una vita senza scopo. Ma le cose del mondo si rivelano elusive. Essendo mutevoli, incomplete e limitate, non possono dare la perfetta esperienza della felicità, la quale altro non è che la naturale conseguenza del raggiungimento di ciò che è perfetto. ( Come stare lontani dalla paura e gestire un’emozione complicata).
( Alla ricerca della felicità: l’uomo perenne insoddisfatto).
LA GRANDE RICERCA DELLA VERITA’.
Così viene un momento in cui l’individuo si ferma e vuole scoprire la causa di questo insuccesso. Si chiede se ciò che lo circonda sia realtà sostanziale o semplicemente vuota apparenza, perchè solo ciò che è vero può dare il vero appagamento e quindi la libertà. Intuisce che stava cercando la pace là dove non esiste, che essa non è una qualità del mondo, ma di Dio. Allora depone le errate concezioni in cui aveva creduto ed inizia la grande ricerca della verità.

L’uomo, ad un certo punto della propria evoluzione spirituale, sente la necessità di valori che trascendono il materialismo, e cerca la sua origine. I mezzi che consentano l’evoluzione della sua coscienza, per ritrovare la Luce, la Saggezza, l’Illuminazione, l’Immortalità. Svegliati uomo, non continuare a dormire sul letto delle cose materiali, sognando il piacere dei sensi! Si sta facendo tardi. Questa è l’ora del risveglio!.
Il giorno senza il Sole, la notte senza la Luna, equivalgono all’individuo che vaga nel mondo senza la conoscenza del suo Sè reale. Il viaggio della vita, il suo scopo, dove deve terminare, tutti lo dovrebbero comprendere e, fin quando non si trova la strada per raggiungere la destinazione, non bisognerebbe mai fermarsi. Ognuno trova ciò che cerca. Chi desidera denaro e i piaceri mondani, li ottiene, chi cerca la Verità, trova la Verità.
Se l’uomo avverte la sete è perchè esiste l’acqua. E Se l’acqua non esistesse, nessuno avrebbe sete. Se l’uomo avverte la necessità religiosa , la sete spirituale, è perché esiste Dio. Se Dio non esistesse, neppure un solo uomo in tutto il mondo sentirebbe attrazione per Lui, il desiderio di conoscerLo, di elevarsi al di sopra della materia. Lo stimolo che suscita l’interesse spirituale è prova dell’esistenza di Dio.
( Alla ricerca della felicità: l’uomo perenne insoddisfatto).
IL SENTIERO DELLA PERFEZIONE INTERIORE.
Quando il ricercatore è pronto, il Maestro appare. Se il suo desiderio di Dio, di pace e di luce è sincero, sarà guidato verso un conoscitore della Verità, l’incontro è inevitabile. Quindi riceve la sacra iniziazione ai misteri dello Spirito e che dà la possibilità di sperimentare il Divino ed emanciparsi dall’esistenza individuale. Viene messo sul nobile sentiero dell’evoluzione della coscienza che è il sentiero della perfezione interiore. Ha inizio un’altra esistenza ricca di divine emozioni. Nuovo ed esaltanti pensieri occupano la sua mente. Una ragione ben più precisa ed elevata diviene lo scopo della sua vita:. Intraprendere il sublime cammino verso la realizzazione di Dio.
Maestro è colui che possiede piena Supercoscienza, che ispira devozione e purezza, che è in grado di elevarci facendoci progredire dal punto in cui ci troviamo fino allo stato della beatitudine infinita. I poteri miracolosi, la capacità di guarire ed indovinare il futuro non sono prova della grandezza di un uomo e della sua intimità con l’Assoluto. Taluni si ritrovano queste doti psichiche pur senza possedere alcuna esperienza del Sè.
Un vero realizzato in Dio non mette in mostra i suoi poteri. Il suo compito è fargli riconoscere la loro innata divinità. Il Maestro è una fonte inesauribile di virtù e saggezza, sviluppa nel cuore degli uomini l’amore per il Signore. La sua santa presenza infonde gioia e distacco, rimuove ogni dubbio e sofferenza. Il suo silenzio è più eloquente di un lungo sermone. Basta pensare a lui per sentirsi più elevati, pervasi da devozione e nuovo entusiasmo.
( Alla ricerca della felicità: l’uomo perenne insoddisfatto).
LERRORE E’ SEMPRE IN AGGUATO.
È importante essere privi di orgoglio e riconoscere la propria ignoranza spirituale, per compiere senza pericoli il cammino verso la Coscienza cosmica. L’errore è sempre in agguato per chi vuole fare da sé, senza attenersi rigorosamente a una guida che abbia percorso tutto il cammino evolutivo fino a Dio:. Il danno è inevitabile per chi vuole volare verso il Sole con le ali di cera. Non si può conquistare il Cielo con la presunzione e l’arroganza, ma solo con l’umiltà. Umiltà è accettazione di un Maestro vivente.
Per attraversare l’oscurità della materia senza andare incontro ad ostacoli ed insidie che non vediamo, è necessario affidarsi a qualcosa di più dei nostri occhi. Bisogna essere guidati da uno che ci veda. Allora non ci causeremo del male, ma arriveremo salvi alla meta. Con le radici che affondano nella Grazia del Maestro e le fronde illuminate dai Raggi del Sole Divino, l’albero della vita giunge al completamento:. Il mistero dell’esistenza si rivela nel suo splendore agli occhi illuminati del discepolo evoluto.
L’anima non può contattare lo Spirito se non attraverso l’intermediazione dell’anima che conosce lo Spirito, che vive sia nella dimensione umana che in quella divina. L’uomo che aspira a diventare perfetto deve prestare molta attenzione alle seduzioni dell’orgoglio spirituale, che provocherebbe illusioni impedendo la crescita. Spesso le religioni diventano la bara dell’anima. Ci chiediamo mai, com’è possibile che una statua, un dipinto, un libro di parole stampate, antico e più volte rimaneggiato, cose morte, possano liberare, salvare una cosa viva? ( differenza tra Anima e Spirito, principio intelligente universale).
( Alla ricerca della felicità: l’uomo perenne insoddisfatto).
L’IMPORTANZA DELLE SACRE SCRITTURE.
L’importanza delle sacre scritture e dei libri di spiritualità sta nell’educazione che possono impartire, nel loro valore morale , ma non sono da seguire. Sono atti ad alimentare la fede in Dio e fortificare il desiderio spirituale, non a salvare. Seguire il Maestro delle antiche Scritture equivale a non seguire niente. Il Maestro non è lì, Dio non è nelle Scritture. Nessuno è mai giunto all’illuminazione seguendo i libri: gli illuminati si trovano soltanto nel sentiero del Maestro vivente.
Supponete che un uomo, avendo bisogno di legno, vada nel bosco in cerca di legno, si arrampichi sul tronco di un grande albero, salga sopra i rami, stacchi un ramoscello di foglie e si allontani pensando:. “Questo è legno”. Certamente quest’uomo non conosce il legno duro, né conosce le foglie; ciò che da esse è ricavabile come legno non servirà al suo scopo…
L’azione egoista genera avversione e contrasto, dall’azione disinteressata scaturiscono concordia e comprensione. Nella serenità si vivono gli eventi armoniosamente, buoni o cattivi, e si affrontano le circostanze con quel chiaro equilibrio indispensabile per utilizzare la parte migliore di noi e realizzare un’azione positiva che sia in concordanza con lo svolgersi armonioso degli eventi umani. ( Esaltazione della personalità: egoismo e orgoglio).
( Alla ricerca della felicità: l’uomo perenne insoddisfatto).
IL DESIDERIO DI POSSESSO E’ LA CAUSA DI TUTTI I MALI.
Si agisce secondo ciò che si sente interiormente. Finché siamo insoddisfatti, avidi e invidiosi, la nostra vita sarà un veleno iniettato nell’organismo sociale. Il desiderio di possesso è la causa di tutti i mali. Solo completando le menti, cariche di incompiutezze, si può pervenire alla fratellanza del genere umano. La meditazione sana l’individuo, lo rende immune da afflizioni, vili desideri e inutili attaccamenti, annienta l’egocentrismo, quindi migliora la società, fa sì che una persona irresponsabile e perversa diventi pacifica e ragionevole.
Non sono il lavoro e la famiglia che rendono felici, per il fatto che costituiscono il motivo per cui siamo nati. La gente vivrebbe soddisfatta, col giusto lavoro, se solo si sentisse completa. Avvertendo la propria incompletezza, permane scontenta e trasforma quel che doveva essere dolce evoluzione in una dura lotta.
L’insoddisfazione spinge a far propri quanti più beni possibili, anche a scapito degli altri (egoismo). Ma il sovrappiù non risolve niente e non dà la pace sognata, illude semplicemente. Anche i ricchi hanno problemi e desideri. Si ammalano, soffrono, piangono la scomparsa dei loro cari. Con i soldi non possono comprare la felicità. La contentezza supera la ricchezza. Vale più la gioia del cuore che tutti i tesori del mondo.
Fin quando avranno una concezione materialistica dell’esistenza, credendo di risolvere i loro problemi con il denaro, gli uomini saranno continuamente indotti a competere, a guadagnare di più, a conquistare dell’altro. E non avranno altro ideale che quello di fare i propri interessi, calpestando ogni rapporto etico, in quanto non ci può essere morale dove sussistono considerazioni di utilità. Questo provoca corruzione, ingiustizie sociali, e guerre.
( Alla ricerca della felicità: l’uomo perenne insoddisfatto).
IL TRISTE RICONOSCIMENTO DELLA PROPRIA INSUFFICIENZA.
Ipocritamente l’uomo pretende di dare ciò di cui egli stesso abbisogna. Questo riversarsi sull’altro col bel pretesto dell’altruismo, del contatto umano e della partecipazione sociale, è in realtà la paura del triste riconoscimento della propria insufficienza. Nonché l’inconscio affanno di trovare nelle persone ciò di cui è privo.
È puro egoismo, parole profumate ce celano la debolezza e l’avidità dell’ego, come fasci di fior e che coprono un cadavere. Quelle cose devono avvenire con la consapevolezza del loro esatto significato, nella giusta misura e con l’atteggiamento adeguato. Troppa preoccupazione per la vita materiale danneggia la nostra crescita spirituale.
Pensare sempre agli altri non è che un trucco della mente per sfuggire se stessi, per non vedere la propria condizione, per evitare di affrontare il vero problema della vita. Di conseguenza si cade nell’infelicità più nera. Gli altri vi spingono continuamente a pensare alle cose esterne, quindi implicitamente anche a loro, distogliendovi dal prendervi cura della vostra anima, non per il vostro bene come vorrebbero farvi credere, ma solo per il loro egoismo.
Ognuno dovrebbe imparare ad usare il buon senso e a saper conciliare gli impegni mondani con quelli spirituali. In modo che non ci sia attrito tra gli interessi esterni e la crescita interiore. Allora il risultato non può essere che una meravigliosa fioritura dell’individuo e della intera società.
Prima di poter dare agli altri bisogna possedere di proprio. Diversamente si finisce col non poter dare nulla a nessuno, con la conseguenza che sia il singolo che i molti rimangono allo stato primitivo di bisogno, mentre si illudono di dare.
Conoscere noi stessi significa conoscere anche il nostro prossimo:. In profondità siamo tutti uguali. Le differenze sono solo esteriori, periferiche. Dietro le superficiali diversità immaginate dalla mente, siamo tutti la medesima cosa, una sostanza. Non si possono conoscere gli altri se prima non si conosce il proprio essere, dal momento che anche le conoscenze esterne scaturiscono in realtà dall’interno.—
Dal libro: Conoscenza Cosmica- la realizzazione dell’Assoluto. Di Sri Govinda.

